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Messaggio di fine anno e un po’ per il nuovo

di Matteo d’Ingeo

Ancora una volta il sindaco senatore presidente di Molfetta, Antonio Azzollini, si è lasciato rapire da Internet e dalle nuove tecnologie della rete e per la seconda volta è apparso on-line sul sito ufficiale del Comune di Molfetta in un video trasmesso anche dai network locali.
Un messaggio di fine anno un po’ più dimesso rispetto a quello del 2008 non solo per l’assenza di immagini che arricchivano le sue parole ma anche nel look è apparso trasandato. Mentre l’annuncio in rete e nei manifesti in città lo ritraevano in giacca blu, cravatta e ben pettinato, il sindaco si è presentato ai suoi concittadini nel suo consueto abito dai colori spenti, senza cravatta e pensieroso in volto.
Forse il travestimento era funzionale all’ennesimo discorso sul risanamento del bilancio comunale, rigoroso, serio, trasparente, che consentirà presto di tornare a fare investimenti e ad avere ancora un po’ più di spesa per le fasce deboli della nostra città. Sono cose che ascoltiamo da anni ma ancora non si sono visti i fatti. L’anno scorso, il sindaco, aveva espresso un desiderio luminoso, ricordate: “… il mio desiderio è che un raggio di luce possa entrare in tutte le famiglie della nostra città e che si avvertano il meno possibile i morsi della crisi economica…”.
Ebbene, gli unici raggi entrati nelle case dei molfettesi furono, come è stato già detto, l’azzurro dei lampeggianti delle forze dell’ordine, dei mezzi di soccorso e dei fragori del tritolo; e non è passato giorno, che non ci fossero auto incendiate, senza parlare dei cassonetti incendiati o degli atti vandalici.
Questi sono i fatti, mentre si continuava e si continua a sostenere di aver migliorato la vivibilità e la sicurezza in città.
I molfettesi, invece, in queste festività hanno goduto, è un modo di dire, per un’eccellente iniziativa di questa amministrazione per cui veramente le case di ogni quartiere si sono illuminate.
Lo ha dichiarato con soddisfazione l’assessore al Marketing Territoriale, Giacomo Spadavecchia: 

«Per la prima volta Molfetta si presenta interamente illuminata con un impianto unico ed omogeneo… le reazioni dei molfettesi sono state immediatamente positive, in tanti mi hanno fatto notare che quest’anno Molfetta è la città più illuminata e bella della provincia. Ma il nostro obiettivo è anche quello di rilanciare lo shopping di prossimità offrendo un’immagine della città più accogliente e gradevole, realizzando così luoghi di aggregazione come alternativa ai centri commerciali; le luminarie creano una scenografia fatta di luce e colori ma rappresentano anche un investimento che anticipa l’idea del grande Ipermercato all’Aperto. Crediamo in questa strategia che punta al rilancio del commercio attraverso la realizzazione di un ambiente fisico e un contesto di vivibilità affinché diventino il vero valore aggiunto per questa categoria. Stiamo lavorando per mettere a punto un quadro generale che tocchi temi decisivi come l’arredo e la viabilità: iI progetto esecutivo è giunto ormai a una fase avanzata e sarà approntato già a partire dal 2010…».

Non tutti i cittadini sanno che questa grande iniziativa del sindaco e dell’assessore al marketing è costata alle casse comunali ben 41.000 euro escluso l’IVA e l’erogazione dell’energia elettrica. Le motivazioni contenute nella delibera di Giunta n. 334 del 14.12. 2009, con cui si è concesso questo contributo alla Molfetta Shopping, associazione delegata dalle associazioni di categoria a collaborare con l’azienda installatrice sono state queste: “… per attivare dinamiche di attrazione atte al rilancio del commercio in città onde contrastare il fenomeno che vede i centri commerciali i siti privilegiati per lo shopping; che la concezione a cui affidare la possibilità di favorire lo shopping natalizio in città è quella di rendere le strade punto di aggregazione, offrendo ai visitatori ed ai cittadini l’immagine di una città gradevole, accogliente e luminosa…”.

E’ inutile commentare queste motivazioni, sicuramente il sindaco nel prossimo messaggio augurale ci relazionerà sui benefici che questo importante atto amministrativo avrà portato ai commercianti e ai cittadini molfettesi. Ci piacerebbe sapere anche il nome della fortunata ditta che a trattativa privata ci ha illuminato i cuori e le strade per la modica spesa di 41.000 euro.

Ma non è tutto. Chiediamo da anni di organizzare in Piazza Paradiso un evento culturale di richiamo turistico, almeno il 31 dicembre, in modo da occupare simbolicamente il territorio obbligando le forze dell’ordine a presidiare la Piazza e le strade limitrofe, e invece niente. Anche per questo capodanno assisteremo al penoso e incivile spettacolo realizzato da “esplosivi attori” e “sputafuoco” di strada.

L’elenco delle cose non fatte e di quelle fatte male in questo 2009 lo faremo in un altro momento, parleremo dei lavori del nuovo porto, parleremo della nuova zona industriale, parleremo dello sminamento degli ordigni bellici, parleremo dei rinvii a giudizio di assessori dei processi in corso per voto di scambio, ecc, ecc; oggi ci preme ricordare ciò che ha distinto questa amministrazione comunale per inefficienza, gravi omissioni e cattiva gestione del territorio. E’ stato presentato il 24 dicembre u.s. l’ennesimo ed ultimo esposto sull’occupazione abusiva di strade e marciapiedi da parte di noti commercianti ambulanti. Lo denunciamo ancora a voce alta; questa amministrazione e quella precedente, che è sempre targata Azzollini, hanno permesso ad alcune famiglie di commercianti di occupare la città, speriamo non a fini elettorali; questa sì che è la vergogna di questa città con cui il sindaco non ha il coraggio di confrontarsi. Il sindaco e i suoi preposti non hanno il coraggio di smantellare ciò che loro hanno creato perché, a Molfetta, chiamarsi Andriani, Magarelli, Fiore, De Bari oppure Diniddio o essere stato componente di una delle famiglie che negli anni ’90 ha tenuto in scacco l’intera città con lo spaccio della droga, è un merito e gli uffici giudiziari raccomandano alle istituzioni locali di favorire il loro reinserimento nel mondo del lavoro.
Nulla da eccepire contro questa raccomandazione, lo abbiamo detto tante altre volte, ma offrire un’opportunità lavorativa non deve rappresentare per questi signori un motivo per ignorare le regole della civile convivenza, rendere indecorosa la zona che occupano e con arroganza raddoppiare e o triplicare l’occupazione del suolo pubblico senza pagare la tassa per l’occupazione del suolo pubblico. Il sindaco, il comandante della Polizia Municipale e certi agenti di polizia questo lo sanno, ma nonostante l’annuncio di controlli a tappeto contro l’abusivismo questi signori sono sempre al loro posto da anni e ancora oggi. Certi Agenti di polizia municipale non vanno in giro a stanare e multare recidivi abusivi che da anni occupano marciapiedi e strade in palese violazioni al codice della strada o a fermare bulli di periferia che scorrazzano senza casco esibendosi in pericolose e acrobatiche evoluzioni su moto, oppure falsi invalidi che occupano abusivamente le zone blu o le zone riservate ai veri disabili; macchè, i nostri agenti invece lasciano sul parabrezza di qualche malcapitato automobilista che ha parcheggiato in via Di Vagno, una strada di periferia larghissima a doppio senso di marcia, una multa di 38.00 euro per “SOSTA CONTROMANO”.

Il Comandante della Polizia Municipale, prontamente interpellato, stenta a credere che un suo agente abbia emesso una simile multa interpretando, molto liberamente, il comma 2 dell’art. 157 del codice della strada che così recita: “Arresto, fermata e sosta dei veicoli:
"Salvo diversa segnalazione, ovvero nel caso previsto dal comma 4, in caso di fermata o di sosta il veicolo deve essere collocato il piu’ vicino possibile al margine destro della carreggiata, parallelamente ad esso e secondo il senso di marcia. Qualora non esista marciapiede rialzato, deve essere lasciato uno spazio sufficiente per il transito dei pedoni, comunque non inferiore ad un metro. Durante la sosta, il veicolo deve avere il motore spento”.

Viene spontaneo chiedersi come certi agenti non interpretano allo stesso modo il codice della strada per tutti i cittadini, per tutte le autovetture parcheggiate “contromano” e in tutte le strade cittadine a doppio senso di marcia? Eppure lo stesso agente come altri passano quotidianamente da via Baccarini, via Ten. Fiorino oppure via Cap Magrone, o da tante altre strade cittadine da sempre interessate alla sosta contromano. Perché l’Agente X in servizio di pattugliamento in via Di Vagno, oltre a multare la “sosta contromano” non ha multato il commerciante ortofrutticolo che in violazione al codice della strada occupa strada e marciapiede in virtù di una discutibile autorizzazione rilasciata in prossimità di una centralina di controllo del gas. Nessun agente municipale ha mai fatto rimuovere una struttura in ferro presente da mesi nei pressi dello stesso commerciante che occupa il sito stradale. Carissimi concittadini se non avete come cognome Andriani, Fiore, Magarelli o De Bari fatevelo regalare dalla prossima Befana, a Molfetta può essere utile.

L’ultimo pensiero è rivolto al sindaco senatore presidente Azzollini; è diventata una moda rivolgere dieci domande a chi governa e noi lo abbiamo già fatto nel 2008, in tempi non sospetti, e lo facciamo ancora oggi, sperando che il sindaco non voglia rispondere, così come ha fatto il suo presidente Berlusconi, attraverso un libro di qualche suo suddito, noi ci accontentiamo di una risposta pubblica. Più che domande sono delle richieste che in un anno non hanno avuto risposte e molte delle quali sono state accompagnate da dettagliati esposti:

1) Si faccia promotore presso il Governo di qualche azione istituzionale atta a bloccare la ricerca di petrolio sul litorale pugliese nei 7 punti di prospezione tra cui la città di Molfetta. Nei nostri fondali non c’è petrolio e le prospezioni sismiche a colpi di proiettili ad aria (tecnicamente air gun) comprometterebbero ancora di più il fragile ecosistema del nostro mare già distrutto dall’alga tossica, bombe chimiche e navi di veleni.

2) Si chieda al Governo di poter interrompere i lavori per la costruzione del nuovo porto e di utilizzare i finanziamenti già stanziati per risanare lo specchio d´acqua del litorale di levante per liberarlo dalle migliaia di bombe all´iprite che stanno minacciando seriamente la nostra vita e quella delle nuove generazioni. A che servirebbe un nuovo porto commerciale a Molfetta se la vita dei suoi cittadini e la sua economia è ad alto rischio per la morte del proprio mare?

3) Si presenti spontaneamente ai giudici del Tribunale di Trani e riferisca loro com’è stata costruita la Centrale Powerflor, così come ha fatto pubblicamente a Bisceglie nel luglio u.s.

4) Si metta mano, da subito, al piano delle coste, prima dell’estate, smantellando tutto ciò che di abusivo è stato costruito fino ad oggi dalla prima Cala a Torre Gavettone.

5) Si predisponga la revisione del Piano Comunale per la Disciplina del Commercio su aree pubbliche, nella parte riguardante le autorizzazioni ambulanti e l´occupazione del suolo pubblico. Eliminare la presenza di ambulanti nel Centro Urbano in un quadrilatero delimitato dalle vie Grittani, Calabrese, Amato, Cozzoli, Mezzina, Pomodoro, Baccarini, P.zza A.Moro, L.da Vinci, Fornari, Balice, Cagliero, G.De Candia, Viale Giovanni XXIII, S.Francesco d´Assisi, Vico 14° M.dei Martiri; promuovere nella restante parte della città e nelle zone d´espansione nuovi spazi urbani destinati al commercio fisso e itinerante con un costante controllo e repressione dell´abusivismo.

6) L´amministrazione si costituisca parte civile nell´eventuale procedimento penale a carico dei presunti usurai arrestati nei mesi scorsi, nel nuovo procedimento per voto di scambio, e nel processo contro l’assessore Palmiotti, per il grave danno d´immagine che la nostra comunità ha subito.

7) Si blocchi il procedimento per la costruzione del parcheggio interrato in Piazza Margherita di Savoia e si utilizzino i fondi per la costruzione di parcheggi all´entrata della città con servizi di navette veloci collegate al centro urbano e alla periferia. In questo modo si allontanerà il pericolo di aumentare l´inquinamento, già alto, da polveri sottili.

8) Si condivida la richiesta di riconoscimento di Gianni Carnicella come vittima di mafia e la riapertura del processo contro il suo assassino Cristoforo Brattoli che nel frattempo è stato condannato ancora una volta per altri reati.

9) Si denunci chi ha utilizzato fondi statali, destinati alla costruzione di opere pubbliche, per la costruzione di case private sul prolungamento di Via Aldo Fontana. Inoltre chiediamo al sindaco di spiegarci il perché l’amministrazione comunale non si è costituita parte civile lesa nel processo in corso a carico dei costruttori e direttore dei lavori delle palazzine ITALCO demolite solo dopo 7 anni dalla costruzione.

10) Si utilizzino i beni immobili confiscati ai mafiosi nostrani, e già assegnati al Comune nel 2001, per finalità sociali con bandi pubblici per la loro gestione e che il primo bene confiscato assegnato per scopi sociali sia intitolato al sindaco Gianni Carnicella caduto sotto il fuoco di quel mondo criminale a cui vogliamo sottrarre simbolicamente i beni accumulati anche sulla pelle di tanti giovani che negli anni ’90 sono morti per overdose nelle nostre strada e dimenticati da tutti.

Per questo fine anno è tutto, e in attesa che il sindaco Azzollini si iscriva a Facebook, rinnovo a Lui, e per il suo tramite a tutti i cittadini, gli auguri per un 2010 migliore, prospero di felicità, amore e civile convivenza.

Sull'occupazione di strade e marciapiedi l'amministrazione Azzollini risponde picche

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di Matteo d’Ingeo

Così com’è accaduto per altri replicanti, anche il sig. Pasquale Mancini ha deciso di rispondere affrettatamente al semplice comunicato stampa del Liberatorio Politico trasformando la sua replica in pura propaganda elettorale che, ahimé, non giova molto alla sua immagine.
Vorrei ricordare che il sig. Mancini essendo candidato al consiglio provinciale, ha bisogno di visibilità e risponde, a titolo personale, ai comunicati stampa di chi non ha bisogno di visibilità perché il Liberatorio e i suoi aderenti non sono candidati a nulla, se non a fare informazione trasparente.
Mi dispiace che Mancini abbia interpretato nel senso più negativo il termine “sottoposto”, ma deve convincersi che il sottoscritto non è mai stato politicamente sottoposto a nessuno, nemmeno al sindaco Guglielmo Minervini, e non si indigna se qualcuno scrive il suo cognome con la “d” maiuscola.
Veniamo, dunque, alla parte più politica e d’interesse comune della replica del vicesegretario del PdL.
Mancini ha la memoria annebbiata, o fa finta di non ricordare, e quindi è giusto far conoscere ai cittadini, specialmente ai più giovani, la verità storica sui fatti del ’92 riguardanti gli ambulanti ortofrutticoli a posto fisso.
Mancini non c’entra nulla con lo smantellamento di Piazza Paradiso. La prima ordinanza di sgombero giunge, a pochi giorni dal ferragosto ‘92, a firma dell’assessore anziano Vito Enzo de Nicolo su sollecitazione della magistratura in seguito a tutto ciò che era accaduto subito dopo l’omicidio del sindaco Gianni Carnicella.
Determinante fu anche il blitz dei N.A.S dei Carabinieri, di qualche giorno prima, che avevano accertato numerose irregolarità di natura igienico-sanitaria nonché amministrativa.
Il sig. Mancini Pasquale non era ancora assessore, lo diventò a settembre ’92 dopo le dimissioni del dott. Lisena e comunque quella scelta era obbligata e ordinata perentoriamente dagli organi giudiziari e non frutto di un programma politico.
Forse Mancini era in giunta quando, il 21 ottobre 1992, il sindaco Annalisa Altomare ordinò lo sgombero definitivo dei resti dei box rimasti in piazza Paradiso, perché nel frattempo ne erano stati incendiati undici.
Per quanto riguarda la costituzione di parte civile contro la malavita organizzata, protagonista dell’operazione antidroga “Primavera”, per Mancini e il suo sindaco, non poteva essere che una scelta obbligata, in vista della disastrosa campagna elettorale  del ’94.
Anche per questa pagina nera della storia di questa città Mancini non ha buoni ricordi. Il sottoscritto e il movimento “Osservatorio 7 luglio sull’illegalità”, che orgogliosamente coordinavo, non sono mai stati “nascosti”, anzi, al contrario di altri politici e cittadini benpensanti, si sono esposti in prima persona denunciando pubblicamente e producendo un dossier sullo spaccio della droga a Molfetta e testimoniando anche nei processi contro le note famiglie malavitose molfettesi.
Per correttezza d’informazione vorrei concludere ricordando al sig. Mancini (perché è stato omesso) che sia nella giunta dell’agosto 1992 che in quella del 1994 era presente l’attuale sindaco Azzollini, in veste di assessore, pertanto, prima che intervengano organi giudiziari terzi, dimostrino di avere coraggio smantellando tutte le bancarelle e gazebo degli ambulanti ortofrutticoli perché non ci sono le condizioni igienico-sanitarie e amministrative che giustifichino il loro mantenimento.
Senza attendere l’esito della consultazione elettorale, Mancini e il suo sindaco dimostrino di essere concreti e “operativi”.

Il sognatore dell’impossibile e la politica delle panchine

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In risposta al nostro comunicato stampa del 27.5.2009, oggi c’è stato un intervento da parte del consigliere comunale Giovanni Mezzina (PDL) in cui c’è un attacco personale al coordinatore del Liberatorio Matteo d’Ingeo che ha ritenuto di rispondere a titolo personale.

“Il significato di un uomo non va ricercato in ciò che egli raggiunge, ma in ciò che vorrebbe raggiungere”…, avrei potuto rispondere semplicemente con questo pensiero, di K. Gibran, all’intervento affrettato e scomposto del signor Giovanni Mezzina  ma, visto il “livore” che trasuda dalle sue parole, merita di più.
Intanto non sono solito confrontarmi politicamente con i soldati semplici di ultima fila ma, ahimé, il generale ci ha abituati a questo andazzo.
Il novello consigliere, non addestrato ancora alla “netiquette” (mi si consenta il termine) del confronto politico non ha ancora capito che Matteo d’Ingeo è solo il coordinatore del movimento Liberatorio Politico, e come tale firma tutti i comunicati per nome e per conto del movimento che rappresenta; pertanto il suddetto consigliere comunale se vuole intraprendere iniziative personali, e non a nome e per conto della sua maggioranza, impari a rivolgere giudizi e pareri al movimento e non alla singola persona.
Il nostro interlocutore è il Sindaco, non certo un consigliere che si improvvisa spesso promotore di iniziative a favore della comunità senza averne titolo. Quindi sono costretto a rispondere personalmente al signor Mezzina perché il suo intervento pubblico è rivolto al sottoscritto e non al coordinatore del Liberatorio.
In attesa di avere Mezzina al mio fianco, come lo scudiero e compagno di avventure Sancho Panza, il “cavaliere errante”, quale io sono, cercherà di trascinarlo nelle sue avventure con la promessa di lasciagli il governo del castello, del giardino e delle panchine del corso Umberto (se si comporterà bene anche quelle del lungomare).
Egregio signor Mezzina quando lei dice “… dalle tue parole solo accuse e denuncie, alcune nella sostanza condivisibili, altre assolutamente prive di reale fondamenta e tese unicamente a creare squilibri e falsi allarmi…” non si capisce a cosa si riferisce. Sarebbe interessante conoscere il suo pensiero su entrambe le tematiche ma, soprattutto, sapere di cosa sta parlando. Visto lo scarso rendimento dei consiglieri di maggioranza in termini di confronto dialettico, dubito che abbia argomenti su cui confrontarsi.
Poi aggiunge “… hai finanche criticato la scelta, che io personalmente ho portato avanti, di fare installare panchine in corso Umberto, ritenendola una azione di propaganda politica. Non ti sei fermato un istante a pensare quanti bambini, anziani, donne, cittadini di ogni età, grazie a quelle panchine oggi hanno riconquistato una fetta di territorio, sviluppando relazioni, riappropiandosi della loro città, contribuendo a rivitalizzare la principale strada cittadina e, non da ultimo, fungendo da "sentinelle" nei confronti di quanti alla cosa pubblica non ci tengono affatto."
Con questo ulteriore intervento conferma la sua attività di propaganda elettorale del suo partito e promozione della persona. Ma a quale titolo il signor Mezzina “ha portato avanti il progetto di installare panchine a corso Umberto”? Lei non è né un assessore, né un dirigente comunale, né un direttore dei lavori, è solo un consigliere comunale che fa parte di una commissione consigliare che non ha nessun potere deliberativo.
Il progetto di arredo di corso Umberto sarà sicuramente un progetto molto più ampio che prevedrà, anche, le panchine ma non solo. Spero che non sia stato lei a prevedere le panchine solo in una parte della strada e non sui marciapiedi all’ombra degli alberi.
E poi, non è certo quello il territorio da riconquistare. Non mi è parso di sentire mai un suo parere sull’abusivismo e violazione del codice stradale da parte di certi operatori dell’ortofrutta, quello sì che è territorio da riconquistare.  Ma lei non può capire perché non è sognatore, e non può pensare ad un progetto così rivoluzionario. A tale proposito le faccio dono di un pensiero di Oscar Wilde, “Sognatore è chi trova la sua via alla luce della luna… punito perché vede l’alba prima degli altri…”.
Le interpretazioni da dare a questo pensiero possono essere tante.
Quella più ricorrente, che a me piace, è quella di chi sostiene che… chiunque ami sognare, in questo mondo, deve scontrarsi con quelli, come lei, che gli dicono che sognare è una cavolata. Oppure che, Wilde, intendesse dire che un sognatore, seppur migliore delle altre persone (perchè vede l’alba prima), debba comunque subire il loro giudizio: anche se la strada percorsa dal sognatore porta buoni frutti, la gente normale ne avrà sempre a risentirsi, o per invidia, o per paura.
Lei lo fa per invidia o per paura?
Io e lei nelle ultime 24 ore abbiamo giocato una partita di democrazia, lei non si è accorto di nulla, ma la partita l’ho vinta io, e sa perché? Perché le lampade a basso consumo, per le strade del centro città, alle 16.30, non si sono accese; io ho realizzato il mio sogno e la comunità ha risparmiato energia. Mi accontento di poco.
Preferisco essere un sognatore e non uno yes man.

Matteo d’Ingeo

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Carissimo Sindaco Senatore, comprendiamo che in ogni campagna elettorale la sua propaganda necessita di più visibilità e s’inventa i consiglieri ambasciatori  di “pric-o-prac” e “cialletta” in Kenia, i consiglieri–assessori delle panchine al corso Umberto, i segretari candidati di partito che chiedono di non “svendere il voto” e la propria dignità, in cambio di una cena, un pranzo, un posto come rappresentante di lista, un buono benzina, un buono spesa in qualche salumeria, un buono per biancheria intima, ecc, ecc, ma a tutto c’è un limite.
Ben venga la sua campagna per il rispetto dell’ambiente con l’invito a lavarci di più, e spesso, consumando meno.
Il suo assessore “Doccia Light” ha fatto installare 130 erogatori per doccia a basso flusso su altrettanti punti doccia presenti negli impianti di proprietà comunale assicurando che si risparmierà fino al 50% dell’acqua e dell’energia utilizzata per riscaldarla.
Peccato però che molto spesso ci viene sottratta l’acqua per deviarla ai giochi acquatici di Miragica.
Ma la campagna ecologica del governo “del fare” continua sul fronte della raccolta differenziata dei rifiuti con le “isole interrate a scomparsa”, che saranno rigorosamente inaugurate, sabato 30 maggio, in piena campagna elettorale alla presenza del Sindaco Azzollini che si esibirà in una dimostrazione pratica di conferimento a scomparsa di rifiuti con il Presidente Nappi.
Ci chiediamo da anni, a chi giova tutta questa innovazione tecnologica se la bolletta della tassa rifiuti non diminuisce mai?
Ma il pezzo forte della politica del risparmio energetico, il sindaco e il suo assessore al ramo, lo hanno realizzato nel momento in cui hanno installato in quasi tutto il centro cittadino, le lampade a basso consumo energetico. Immaginate che è talmente basso il consumo che le accendono dalle 16.30, quasi cinque ore prima che faccia notte.
Caro Sindaco non le sembra che la sua propaganda sia un po’ esagerata?
Siamo un po’ scettici su alcune scelte anche perché questa città, ma soprattutto i cittadini, avrebbero bisogno, più che annunci propagandistici, di una vera e propria rivoluzione culturale e educazione civica.
Per l’occasione  consigliamo a lei e al presidente Nappi, di fare propria la campagna pubblicitaria lanciata in questi giorni dall’associazione culturale "Opera" invece che spendere, inutilmente, danaro pubblico per suppellettili che saranno puntualmente distrutte.
Il presidente di “Opera”, Gaetano Armenio, presenta la loro campagna partendo dalla consapevolezza che molti nostri concittadini assumono comportamenti tali da rendere difficile la vita in città per mancanza assoluta di senso civico e rispetto del bene comune, e quindi, ben venga il loro primo manifesto "Per strada non fare il pezzo di merda".
Noi ci uniamo al loro messaggio di pubblicità progresso estendendo il concetto a tutti gli ambiti sociali della nostra città e … signor Sindaco, non dimentichi di far spegnere le lampade a basso consumo, altrimenti che risparmio sarebbe.