Archivi categoria: ambulanti

Dopo il sequestro, “LA FRUTTA E VERDURA ” si trasferisce

 

1- Via quint.La voglia di frutta 23062010


Dopo anni di abusivismo…

4

il sequestro e l'arresto….

stasera alle 19.00 gran festa della famiglia per l'apertura del nuovo punto vendita
a poche decine di metri dal locale ancora sotto sequestro…


in via Bari 88,  "LA VERA VOGLIA DI FRUTTA E VERDURA"… 

E NON E' UN SOGNO…

 

VECCHI E NUOVI PADRONI DEL NOSTRO TERRITORIO

 

      


Alla vigilia della Befana, la Polizia Municipale e gli operai della Multiservizi hanno portato in dono alla famiglia Fiore uno spazio alternativo, e provvisorio, per la loro postazione di vendita di frutta e verdura, in attesa che comincino i lavori per la costruzione del terzo chiosco del "Mercato diffuso".


I signori "ceras" sistemano i cassonetti ed altro in modo che nessuno possa occupare il loro "parcheggio privato"…

IL SINDACO NON DENUNCIA E CERTE FAMIGLIE OCCUPANO IL TERRITORIO

Dopo l'incubo di Capodanno avevamo chiesto al primo cittadino Azzollini di presentare alla Procura una formale denuncia contro ignoti per i danni subiti dalla comunità in seguito alle distruzioni vandaliche messe in atto in Piazza Paradiso e in tutto il territorio cittadino; avevamo chiesto agli inquirenti di sequestrare le registrazioni fatte dalle telecamere presenti in Piazza e zone limitrofe, diffonderle in rete in modo che tutti cittadini potessero collaborare per l’individuazione dei responsabili; avevamo chiesto di confrontare le registrazioni con il materiale fotografico che abbiamo consegnato in questi anni al comando della Stazione dei Carabinieri di Molfetta insieme ai nomi di chi confezionava i fuochi d’artificio abusivi; chiedevamo che fosse  aperto un fascicolo d’indagine a cominciare dalle bombe del 2004 in Piazza Paradiso e che comprendesse oltre ai fatti degli ultimi giorni anche gli incendi di auto ed esercizi commerciali degli ultimi 5 anni.
Di tutto questo niente; però la Befana ha portato un dono ad una famiglia che conta, a quella più bisognosa. Il SindacoIncompatibileSenatore ha preso tempo e durante la tregua post-festiva ha trattato con le famiglie. Ha fatto intendere che in Piazza Paradiso non si può tornare perchè sarebbe troppo scontato oggi, alla luce di quello che si è scritto in rete, e per rimediare alle promesse non mantenute l'amministrazione comunale riprenderà la costruzione dei Box del mercato diffuso.

Azzollini ha rassicurato tutti, nel nuovo incubo notturno, e preannuncia che la giunta e i dirigenti comunali asseconderanno le richieste delle famiglie, non si farà alcuna gara d'appalto per la costruzione dei nuovi Box e non ci sarà alcun bando per i commercianti di settore per l'assegnazione, ma si seguirà la graduatoria interna alle famiglie e si assegneranno a coloro che presenteranno presso gli uffici comunali la documentazione  che attesti il più alto numero di anni di detenzione, non più con atto notorio ma direttamente con la dichiarazione del casellario giudiziario.



Alla vigilia della Befana, la Polizia Municipale e gli operai della Multiservizi hanno portato in dono alla famiglia Fiore uno spazio alternativo, e provvisorio, per la loro postazione di vendita di frutta e verdura, in attesa che comincino i lavori per la costruzione del terzo chiosco del "Mercato diffuso".
 

 

Dal 6 gennaio 2012 sono stati sottratti almeno tre posti auto per predisporre lo spazio da concedere ai fortunati componenti della famiglia Fiore; quello che non si comprende è il motivo per cui non si poteva concedere lo spazio sul marciapiede invece che sottrarre parcheggi alla comunità, evidentemente i signori hanno chiesto lo spazio riservato anche per parcheggiare il loro camioncino. Si vuole segnalare all'opinione pubblica che oltre ai privilegi già descritti bisogna denunciare che da quando questi signori sono apparsi sul "plateatico" tra via Piccinni e Leoncavallo sono spariti, in ordine di tempo, un lampione della pubblica illuminazione, due cassonetti dell'ASM, un albero nel pieno del suo vigore e la plancia per le pubbliche affissioni.


 

E' rimasto solo il palo che in passato è stato utilizzato dalla Molfetta Shopping per quella sfortunata campagna di esposizione del loro vessillo, evidentemente sarà utilizzato per issare lo stamma di famiglia dei nuovi inquilini e per far sapere che loro controllano un nuovo quartiere e, dopo il mercato e il nuovo bar a 50 metri sul lungomare, chissà quale altro investimento prevedono.
 

 

Abbiamo seguito i lavori degli operai della Multiservizi e abbiamo capito che gli ordini non li prendevano dagli agenti di Polizia o da qualche geometra del Comune (che non c'era) ma direttamente da un componente della famiglia che ha dato chiare indicazione sulla postazione da creare e della sua grandezza; naturalmente sono stati disturbati senza preavviso tutti i proprietari delle auto parcheggiate sullo spazio predestinato a diventare di proprietà privata.

Questo è lo scenario di sudditanza che l'amministrazione comunale ha rispetto a queste famiglie.  
Pertanto sollecitiamo le Forze dell'Ordine presenti sul territorio e gli inquirenti della Procura di Trani ad accelerare le indagini sui fatti esposti e quelli già segnalati in precedenza, chiedendo al SindacoIncompatibileSenatore:
– se l’assegnazione del nuovo chiosco sia avvenuta con regolare bando di assegnazione in modo da poter permettere a tutti i commercianti molfettesi, che pagano anche più di 210 euro mensili in locali presi in fitto per esercitare la loro attività, di poter concorrere legittimamente all’uso dei chioschi;
– se dalla prima ordinanza sindacale n.35905 del 21 giugno 2010 ad oggi i fortunati destinatari dei posteggi su aree pubbliche, riservati loro dall’amministrazione comunale, hanno pagato regolarmente le dovute tasse per l’occupazione di suolo pubblico.
Inoltre chiediamo se da parte del Sindaco, Dirigenti comunali, Comandante e Agenti di Polizia Municipale siano stati mai denunciati atti di intimidazione, esercitati dai commercianti interessati alle assegnazioni delle postazioni del “Mercato diffuso”, che abbiano potuto “indirizzare” e condizionare le scelte politico-amministrative per il Piano di Commercio. 

Leggi articolo correlato:

L'affare "Mercato diffuso", voluto dalle "famiglie" molfettesi, continua. Il sindaco e il dirigente al territorio fanno miracoli

Le attività concussive nei confronti dei commercianti abusivi di ricci di mare

https://liberatoriopolitico.wordpress.com/wp-content/uploads/2011/11/4cb4205a0a74858bc7016cbe26d45871_medium.jpg
Fino alle 21:30 del 15.7.2010

https://i0.wp.com/files.splinder.com/470ac31e16c7291a3381db620e829e33_medium.jpg
Alle ore 8.00 del 16.7.2010 l'insegna della sezione dell'UDC si presentava così.

Avevamo chiesto a più riprese la rimozione del nome di Gianni Carnicella dall'insegna della sezione dell'UDC perchè mal si conciliava con la foto affissa sulla vetrina del consigliere comunale che lo rappresenta, già condannato in primo grado per voto di scambio, corruzione, ecc.. . L'UDC è l'unico, tra partiti o movimenti politici, che ha strumentalizzato il nome di Gianni Carnicella.

https://i0.wp.com/files.splinder.com/06fadfb318fa6721110c9e3fda47711b_medium.jpg

Continua l'approfondimento della fabbrica del consenso elettorale a Molfetta attraverso le intercettazioni telefoniche e gli atti giudiziari del processo che ha condannato Pino Amato (ex assessore, ex consigliere comunale ed ex presidente del Consiglio Comunale), in primo grado, a tre anni di reclusione. Augurando al sig. Amato la piena assoluzione, nel processo d'appello, ci interessa conoscere e approfondire il "sistema" che crea consenso oggi in politica. Il nostro giudizio su questo sistema sarà sempre severo al di là delle sentenze definitive o delle "prescrizioni".

Settima Puntata

… omissis…

Si riferiscono alle attività concussive nei confronti dei commercianti abusivi di ricci di mare anche le conversazioni ambientali nn. 189 e 190, che di seguito di riportano.
intercettazione di comunicazioni e conversazioni tra presenti n°189 (R.I.T. 55/05) del 19.04.2005, tra l’ASSESSORE e un tale Leonardo (in stretto vernacolo molfettese) e, successivamente, entra nell’ufficio una persona (G) – come si vedrà successivamente, si tratta di B. Antonio, fratello di Mario (entrambi citato al capo A-6) ) – che dice di essere titolare dell’utenza fissa n. ………….., che parla con l’ASSESSORE della sanzione amministrativa di euro 5.000.00 comminata la domenica precedente a suo fratello, che vende i ricci di mare sulla via Baccarini, dai vigili, i quali, nella occasione, fecero il verbale e le fotografie.
L’AMATO “scarica” la responsabilità di quella iniziativa amministrativa sulla Procura di Trani che, attraverso il sostituto procuratore Savasta, avrebbe imposto quei controlli, pertanto inevitabili per non rischiare una denunzia penale. “G” chiede all’AMATO se “la multa è stata fatta” e l’ASSESSORE gli risponde che “si, è stata fatta
”, promettendo però che si sarebbe interessato per vedere se fosse stato possibile “bloccarla”.
E nonostante il maresciallo Rosati gli aveva detto che l’atto, seppure non protocollato, era già stato stampato, esso ASSESSORE aveva invitato il Rosati a soprassedere “perché voglio vedere
”.
Quindi l’AMATO riferisce a “G” che dovrà comunque pagare “il minimo”, “giusto per far vedere”, e cioè per non destare sospetti a quel tale che vende i ricci “di fianco a te
” (trattasi di quel tale MEZZINA Domenico detto Mimmone[1]) cui avrebbe invece fatto pagare la multa per intero in quanto, in precedenza, aveva risposto “che cazzo me ne frega a me!” al cognato di esso AMATO che era andato a chidergli il voto: “quando viene gli farò urtare i denti vicino al muro”; e proprio in relazione alle elezioni “G” promette all’AMATO il suo interessamento: “Pino, se io ti ho detto contaci, Pinuccio contaci!”.
( … )

Entra una persona.
ASSESSORE:Finalmente!
G:Eh. (voce maschile)
ASSESSORE:Che c'è?
G:…(inc.)…se io vedo…
ASSESSORE:Ma tu non hai il numero del mio cellulare?
G:Vuoi sapere la sincerità, io stamattina ho detto a Peppino: "Mi è successo un problema"…ho detto a Peppino: Io ce l'ho però il telefono non te lo posso dare, fammi chiamare perché…(inc.)…risposto, allora…
ASSESSORE:Che cosa è successo, dimmi.
G:Allora, la domenica vado per la strada a vendere i ricci, domenica scorsa a Baccarini sono venuti i Vigili…
ASSESSORE:Eh.
G:Mi hanno fatto, dice che fecero, io non ci stavo, stavo…
ASSESSORE:5 mila euro di verbale.
G:dice che fecero le fotografie e dice che sono 5 mila euro di verbale. Ma perché questo fatto?
ASSESSORE:Perché? Perché la Capitaneria ci ha scritto…è arrivata dalla Procura della Repubblica Savasta, il Giudice, dicendo che ormai c'è un abusivismo sulla vendita dei ricci e dice che è arrivato un ricorso a loro, quindi noi stiamo in una situazione di merda, dove bisogna mettersi in regola.Quindi vediamo come dobbiamo sistemare questo fatto perché io non posso rischiare di prendere una denuncia penale perché il Giudice mi ha scritto come assessoreperché…(inc.)…facciamo campare a tutti, ma il problema qual è? Per lui i ricci già non si possono vendere. Poi tuo fratello è da un anno che sta là, quindi non so forse qualche altro ha fatto qualche ricorso, ma secondo me…(inc.)…quel pieno di merda che sta vicino, che quello è un bastardo, non lo so, forse tuo fratello a qualcuno ha fatto del male, non lo so, avrò risposto male, perché… perché io so che tuo fratello è un bravo ragazzo. Quindi adesso dobbiamo vedere questo fatto, là sono 5.136,00 euro di multa, io adesso devo parlare con loro, al massimo puoi togliere…
G:Pino, il discorso è se sta da mettersi…se uno si può mettere in regola…
ASSESSORE:No, no, vi dovete mettere in regola, quindi io …(inc.voci sovrapposte)…
G:Bravo.
ASSESSORE:…(inc.voci sovrapposte)…
G:No, non ti preoccupare.
ASSESSORE:Vedi che …(inc.)… io sono almeno cinquanta volte …(inc.)…
G:Ma scusami, ma la multa è stata fatta?
ASSESSORE:La multa è stata fatta. Adesso vedo se riesco a bloccarla, oppure se …(inc.)…però bisogna fare dei…
G:…i Vigili dissero: “Se vieni, se continui a venire qua”, dice che dissero.
ASSESSORE:Io stamattina ho parlato con il maresciallo Rosati, ho detto…Rosati mi ha detto adesso l'abbiamo stampato… per ora non l’abbiamo protocollata ancora. Ho detto: “Bloccatela, bloccatela perché voglio vedere …(inc.)…”. Dice: “Ma noi …(inc.)…” Quelli come sentono “la Procura”, si sono cagati sotto.
G:Va bene.
ASSESSORE:Allora adesso vediamo…però devi pagare il minimo giusto per far vedere perché sono 5 mila…
G:Ho capito Pinuccio!
ASSESSORE:A regalare, giusto per far vedere che qualche cosa abbiamo fatto perché altrimenti…(inc.)…ce ne andiamo in galera…
G:No…
ASSESSORE:Poi lo dici a tuo fratello, poi magari mi informo con loro, ti chiamo e mettete a questo…
G:Sì, sì, sì.
ASSESSORE:Per stare più tranquilli. Perché …(inc.)…quello affianco a te…
G:…(inc.)…
ASSESSORE:Dice che una volte, ora te lo dico il fatto…dice che andò mio cognato a chiedere il voto, questo…(inc.)…tiene un figlio disabile: "Oh che cazzo me ne frega…"…quindi quando viene gli farà urtare i denti vicino al muro, che devo dire: “Quanti sono 5 mila? Ora paghi 5.136”.
G:Ora, ora, stavo a dire, Peppino, …(inc.)… non so perché, vedi, domanda a lui, prima di questo discorso delle elezioni, dissi: "Uannà, quand'è qualche cosa fammelo sapere che poi so io come mi devo muovere” …(inc.)…
ASSESSORE:…(inc. voci sovrapposte)…
G:Pino…a te…se io ho detto contaci, Pinuccio conta.
ASSESSORE:Eh quando lo vedi… 
G:…(inc.)… No il grande grande, l’altro! Quello, il mestiere è quello.
ASSESSORE:…(inc.)… tutti i voti raccolti. Quindi non ti…(inc.)…
G:Oh…oh…allora perché ti dissi …(inc.)…disoccupato, anche una minima cosa.
ASSESSORE:…(inc.)…
Bussano alla porta.
ASSESSORE:Un attimo. Chi è?
Entra per un attimo e va via.
ASSESSORE:…(inc.)…
G:…(inc.)…
ASSESSORE:Dammi il numero di casa.
G: Allora il numero di casa è 080…397…82…63.
ASSESSORE:Quindi io poi darò indicazioni al maresciallo Rosati, vi chiamerà e vi dirà come dovete mettervi in regola.
Squilla il telefono.
fine intercettazione
 
q              intercettazione di comunicazioni e conversazioni tra presenti n°190 (R.I.T. 55/05) del 27.04.2005:
Prosegue la comunicazione (prevalentemente in vernacolo molfettese) relativa al progressivo precedente n°189 tra uno uomo, del tutto verosimilmente quel tale B. Antonio (B) di cui alla precedente conversazione ambientale n. 189 (G), e l’assessore Giuseppe AMATO (Pino).
L’uomo, dopo aver ricevuto una telefonata privata, continua a colloquiare con l’AMATO, il quale spiega al suo interlocutore che possono mettersi in regola presentando una piccola domanda e parlano del fatto che la vendita dei ricci è in atto, in quel posto, da anni.
L’uomo riferisce all’AMATO  che già hanno o ha (forse suo fratello B. Mario) un altro lavoro e solo la domenica ed il sabato si mettono in quel posto per la vendita (dei ricci), e che comunque hanno intenzione di “mettersi in regola”.  Il B. spiega all’AMATO le modalità della vendita per evidenziare che non crea nocumento alla igiene pubblica, preannunciandogli che la domenica successiva (e cioè il 24 aprile) si sarebbero riportati sul posto per la vendita dei ricci e che la stessa cosa avrebbero fatto il successivo 25 aprile, anche perché a maggio sarebbe intervenuto il fermo biologico e, quindi, non avrebbero potuto più pescare e vendere i ricci. L’uomo chiede anche all’AMATO se i Vigili si sarebbero potuti ripresentare per i controlli, ma l’assessore lo rassicura dicendogli che li avrebbe avvisati lui e che, comunque, ora avrebbe dovuto risolvere la questione della sanzione di euro 5.136.00
. Poi la comunicazione diventa parzialmente incomprensibile a causa del sovrapporsi delle voci dei due e del dialetto stretto parlato. Tuttavia il B. chiede se siano stati fatti i verbali di contestazione ai venditori abusivi che si mettono nei pressi della Madonna dei Martiri e l’AMATO ribatte che “a quelli non li ho acchiappatima a quelli di via Giovinazzo li abbiamo presi tutti”.  L’uomo lascia la stanza dell’assessore al minuto 02:57.
inizio intercettazione
PINO:"Va bene…sì, va bene…va bene…eh, ci vediamo dopo…ciao".
Termina la telefonata.
PINO: Come vi dovete mettere in regola? Con una piccola domanda, …(inc.)… nella Capitaneria …(inc.)…
B:No, che noi quello andiamo trovando.
PINO:Quel punto è da anni che sta quel posto là, ma voi…(inc.)…che cosa fate?
B:Adesso mio fratello ha un altro lavoro, il sabato e solo la domenica andiamo là, non è tutta la settimana,  adesso ci mettiamo in regola.
PINO:Sì.
B:Noi se ci possiamo regolarizzare adesso subito.
PINO:Stai tranquillo che non hai più fastidio.
B:Oh, il discorso perché adesso…
PINO:…(inc.)…
B:Sempre, sempre …(inc.)…Pino, mi stai a sentire? Sono una manciata di …(inc.)…che butta nel secchio, ti faccio mettere …(inc.)… e portatelo …(inc.)… giusto per la pulizia.
PINO:Va bene, va bene, statti tranquillo.
B:Proprio per dire con te, noi domenica – non vale la pena  che ti prendiamo in giro – noi domenica dobbiamo andare di nuovo, mi metto a vendere di nuovo non è che vengono di nuovo…
PINO:No, li avviso…
B:Perché quest'altra domenica e lunedì giorno 25 poi c'è il fermo biologico, domenica 25, hai capito?
PINO:Adesso devo risolvere questo qua, che sono 5.136 euro.
B:Pino, fai quello che puoi fare.
PINO:Ti ho detto di questo fatto…
B:Questo fatto lo sapevo.
PINO:Ha scritto il verbale 5.136 euro…
B:No, aspetta, Pinuccio…
Conversazione incomprensibile.
B:e quelli che stanno all'entrata della via della Madonna dei Martiri, …(inc.)… al paese.
PINO:A quelli non sono andati.
B:Perciò…
PINO:Però a quelli di via Giovinazzo li hanno presi a tutti, quindi adesso pure quelli di là andranno sicuramente. Però a me …(inc.)…
B:No Pino, il fatto di mette in regola sono io il primo che se c'è qualcosa, dissi, che questo si può mettere in regola, noi stiamo in braccio a Cristo.
A questo punto le voci si sovrappongono e per alcuni secondi la conversazione risulta incomprensibile.
( … )
 
Su quanto oggetto delle comunicazioni tra presenti nn. 189 e 190 come sopra riassuntivamente riportate sono stati ascoltati dal Tribunale all’udienza del 20.5.2009, quando hanno reso testimonianza, sia l’interlocutore dell’AMATO, e cioè B. Antonio, che il fratello di quest’ultimo B.Mario.

La testimonianza di B. Antonio :

p.m.:Signor B. lei che attività svolge?
T.:  Attualmente sono pescatore, lavoro su un peschereccio di Molfetta.
p.m.:Nel 2005, aprile 2005 che attività svolgeva?
T.:Lavoravo al mercato ortofrutticolo.
p.m.:Come operaio?
T.:  Sì.
p.m.:Lei saltuariamente vendeva ricci di mare per strada?
T.:  Solo la domenica andavo ad aiutare mio fratello.
p.m.:Ha venduto ricci di mare anche nell’aprile del 2005?
T.:Nell’aprile del 2005 mio fratello stava vendendo…
p.m.:Suo fratello si chiama?
T.:B. Mario, stava vendendo dei ricci di mare, allora io la domenica al mercato ortofrutticolo, fanno scarico per i lunedì, siccome la merce di lunedì è eccessiva, allora andavamo due, tre ore a preparare per il lunedì, e poi verso le dieci e mezzo passai da mio fratello.
p.m.:Che stava su via Baccarini a vendere i ricci?
T.:Sì.
p.m.:Accanto a suo fratello c’erano altre persone a vendere i ricci o c’era soltanto lui a vendere i ricci?
T.:adesso non… però spesso e volentieri sull’altro lato della strada si mette un’altra persona a vendere i ricci.
p.m.:Come si chiama questa persona?
T.:Noi lo chiamiamo alla molfettese “Mimone”, Domenico penso si chiama.
p.m.:“Mimone”, diciamo, però si chiama Domenico.
T.:  Penso che si chiami Domenico.
p.m.:Il quale faceva la stessa attività.
T.:  Lui la fa giornaliera.
p.m.:La fa giornaliera, voi la facevate soltanto la domenica.
T.:Sì.
p.m.:Senta, in quella occasione, mentre lei aiutava suo fratello a vendere i ricci di mare su via Baccarini, arrivò un controllo della Polizia Municipale. Dica come sono andate le cose al Tribunale che non le sa.
T.:  Quel giorno quando io andai da mio fratello, mio fratello riferì che erano passati questi vigili che avevano scattato delle foto. Per io al momento quando sono arrivati questi vigili, io non c’ero, stavo al mercato ortofrutticolo.
p.m.:Quindi quando arrivarono i vigili lei non era presente.
T.:No.
p.m.:Ha appreso questa circostanza da suo fratello.
T.:  Sì.
p.m.:Che le disse anche che erano state scattate alcune fotografie.
T.:Sì.
p.m.:Le disse suo fratello se i vigili avevano fatto pure un verbale di contestazione?
T.:No, non avevano fatto niente, mi dissero che avevano deto che, siccome era illegale, la prossima volta veniva scattato il verbale, solo quello.
p.m.:Lei sa se fu detto a suo fratello anche di mettersi in regola per quanto possibile?
T.:Mi scusi, anche io finora ho chiesto come è possibile mettersi in regola.
Giudice a latere dott. Messina:No, la domanda è un’altra, fu chiesto a suo fratello di mettersi in regola quel giorno? Questa è la domanda. 
T.:Non le posso rispondere io.
Giudice a latere dott. Messina: Suo fratello gliel’ha riferito? Lo so che lei non era presente, ma suo fratello gliel’ha riferito?
T.:Penso di sì, ma non posso dire di preciso, ma penso di sì.
p.m.:Senta, di questa faccenda… dunque, suo fratello che ha fatto per mettersi in regola?
T.:Nulla.
p.m.:Quindi non ha più venduto i ricci?
T.:  I ricci li abbiamo continuati a vendere, però sempre… perché se posso dire, io fino all’altro giorno ho chiesto  informazioni alla Capitaneria come si può fare per mettersi in regola.
p.m.:Con chi ha parlato fino all’altro giorno della Capitaneria per mettersi in regola?
T.:Io ho parlato con…
p.m.:Lei non si ricorda, comunque ha parlato di recente con questa persona?
T.:Io ho parlato l’anno scorso, guardi.
p.m.:Della Capitaneria di porto era questa persona?
T.:Perché io…
p.m.:Allora, scusi, questo accertamento è avvenuto nel 2005.  Lei ha detto si è informato su come fare per esercitare questa attività in modo legale, è così?
T.:Sì.
p.m.:Si è informato soltanto lo scorso anno? Lei nel 2005 ha avuto questa contestazione, solo lo scorso anno si è informato su come fare per mettersi in regola?
T.:  Anche quella volta.
p.m.:e con chi ha parlato quella volta per informarsi?
T.:Io ho un documento…
p.m.:No, a me interessa sapere quella volta con chi ha parlato per sapere come fare per mettersi in regola. Suo fratello ha avuto la visita dei vigili.
T.:Sì.
p.m.:Le disse: “Sono venuti i vigili, mi hanno detto che la prossima volta che mi beccano mi fanno la sanzione amministrativa di euro…”?
T.:Non ha detto.
p.m.:Non ha detto.
T.:  Ah, mi scusi, se non sbaglio 5 mila euro.
p.m.:Lei che cosa ha fatto? Ha rischiato di prendere 5 mila euro o ha cercato di mettersi in regola?
T.:  Ma io ho chiesto, però io…
Presidente: A chi ha chiesto? È questo che vogliamo sapere.
T.:  Non mi ricordo.
Presidente:  Ma dove è andato a chiedere? In quale ufficio, in quale stanza? Non si ricorda il nome della persona con cui ha parlato, ma si ricorda dove è andato per chiedere?
T.:  Io se posso avere due secondi…
Presidente: Senta, lei ha parlato con l’assessore Amato di questa faccenda?
T.:Con l’assessore Amato? No.
p.m.:Non è andato a trovarlo in ufficio? Lei è andato a trovarlo oppure non in ufficio l’assessore Amato?
T.:  Io l’assessore Amato, siccome io abito a Molfetta al centro storico, al centro storico la sosta delle macchine è vietata dalle cinque del pomeriggio alle dieci la sera. Siccome io all’epoca dei fatti, come le ho detto, lavoravo al mercato ortofrutticolo, sono andata a chiedere ai vigili urbani una riduzione di questa sosta, non che poteva stare tutto il giorno la macchina. Siccome quando io rientravo la sera, specialmente d’inverno, aspettare le dieci per andare a prendere la macchina e metterla nel centro storico, me l’hanno fatto alle otto la sera questo permessino il comandante Gadaleta.
p.m.:Stiamo parlando di quando era assessore Amato.
T.:  Allora il comandante Gadaleta mi ha detto di andare sopra all’ufficio e stava il signor Amato.
p.m.:Quando lei è andato a parlare di questa faccenda, la contestazione dei vigili urbani era già avvenuta?
T.:  .
p.m.:Quindi è andato dopo che si era verificato il fatto che lei ha detto. 
T.:Sì.
p.m.:È andato a parlare della sosta a Molfetta vecchia.
T.:Sì.
p.m.:Quando è andato a parlare della sosta a Molfetta vecchia, lei ha parlato anche di quello che era avvenuto prima?
T.:Sì.
p.m.:Quindi ha parlato con l’assessore Amato.
T.:Gli ho detto di questo discorso qua.
p.m.:E che cosa le ha detto l’assessore Amato?
T.:“Ti faccio sapere”; ma questo discorso… perciò ho detto, questo discorso non si è fatto mai.
p.m.:Scusi, lei disse all’assessore Amato che erano state scattate delle fotografie?
T.:.
p.m.:E l’assessore Amato che cosa le disse?
T.:  “Ti faccio sapere”.
p.m.: Dove è andato a trovarlo per fare questa conversazione?
T.:Ho detto, mi hanno mandato su i vigili urbani.
p.m.:Nell’ufficio di Amato è andato a parlare con Amato?
T.:Io non so dov’è l’ufficio di Amato. A me mi hanno mandato i vigili urbani sopra, dove si va a pagare… a Molfetta quando fanno il grattino, dove si va a pagare questo grattino qua.
p.m.:Senta, le disse Amato in quella circostanza che i vigili urbani avevano fatto la multa e avevano fatto già il verbale con la multa?
T.:No, noi non ne abbiamo avute multe.
p.m.:Sì, lasci stare se lei l’ha avuta oppure no, Amato le disse che la multa era stata fatta?
T.:No.
p.m.:Non disse: “La multa è stata fatta, ora vedo se riesco a bloccarla”? C’è una conversazione intercettata tra lei e Amato.
T.:Ma io la multa… io le ho detto che noi multe non ne abbiamo avute.
p.m.:Sì, lasci stare quello che ha detto lei. Le disse che la multa era stata fatta e l’avrebbe bloccata?
T.:  No.
p.m.:Io sto utilizzando per fare queste domande, lo dico al Tribunale così potete eventualmente ammonire il teste, una conversazione ambientale.
Difesa Avv. Di Terlizzi:Si contestano le dichiarazioni e si dà per scontato che questo è un dialogo che interessi anche il teste, io non lo so.
p.m.:Vediamo di approfondire questo aspetto.
Difesa Avv. Di Terlizzi:Si dà per scontato, anche perché è una lunga trascrizione con più soggetti che si alternano.
Presidente:  Va bene, vediamo di andare avanti nelle domande e vediamo di capirci qualcosa.
p.m.:La intercettazione è la numero 189 del R.I.T. 55/02. La parte che interessa ad avviso del Pubblico Ministero è il foglio 33. “Entra una persona ecc”. così c’è scritto. Quindi quando lei ha parlato con Amato, gli ha detto che lei la domenica va a vendere i ricci?
T.:  .
p.m.:Gli disse che la domenica precedente alla conversazione a Baccarini erano venuti i vigili? Disse così: “A Baccarini sono venuti i vigili”, sì o no?
T.:  Sì, ho detto sì.
p.m.:Gli disse che lei non era presente?
T.:  Sì, come ho detto adesso.
p.m.:Le disse di aver saputo che erano state scattate delle fotografie?
T.:Sì, tramite mio fratello.
p.m.:Quindi lei parlò con Amato di queste cose. In quella occasione lei chiese all’Amato se la multa era stata fatta?
T.:  Mi scusi, la multa…
p.m.:Lei lo chiese oppure no?
Presidente:  Deve rispondere alla domanda, deve dire sì, no o non mi ricordo.
T.:Non ricordo.
p.m.:Parlò comunque della multa con l’Amato se fosse stata fatta oppure no? della questione della multa, anche del rischio di prendere questa multa lei ha parlato?
T.:Del rischio .
p.m.:Ha parlato con Amato. Che cosa le disse Amato in quella occasione?
T.:“Adesso vediamo cosa possiamo fare”.
p.m.:Cioè, che cosa poteva fare?
T.:  E che ne so, scusi?
p.m.:Nella conversazione che lei ebbe con l’Amato, si parlò anche di quello che vende i ricci affianco a suo fratello, di quel “Mimone” di cui lei ha detto prima?
T.:Penso di sì, .
p.m.:Ricorda se Amato le disse qualcosa in relazione alla persona che vendeva i ricci accanto a lei Bernardis?
T.:No, perché a parte che è una cosa che a me non interessa.
p.m.:Lasci stare se interessa, io non le ho chiesto se lei gliel’ha chiesto.
T.:NO, no.
p.m.:Si parlò anche del figlio disabile di questa persona?
T.:Figlio disabile? Non so neanche se abbia un figlio disabile.
p.m.:Ha parlato lei delle elezioni successive nelle quali Amato avrebbe dovuto candidarsi in quella occasione?
T.:Purtroppo a Molfetta, come penso in tutta Italia…
Presidente:  Senta, mi scusi, non dia spiegazioni o giustificazioni. Lei deve rispondere alla domanda, ha parlato o non ha parlato? E tenga presente che è sotto l’impegno a dire la verità.
p.m.:Quindi lei ha parlato anche delle elezioni con l’Amato.
T.:Sì.
p.m.:Della candidatura dell’Amato alle elezioni?
T.:Sì.
p.m.:E che cosa vi siete detti su questo aspetto?
T.:  Che se era possibile gli davo il voto.
p.m.:Quando lei ha parlato di questa questione delle elezioni, stava parlando anche della questione della multa, dell’arrivo dei vigili urbani che si era verificato qualche giorno prima?
T.:Non so se è stato sempre quel giorno.
p.m.:Ma è stato dopo che ha avuto questo intervento dei vigili?
T.:Il fatto del…
p.m.:Dei voti, si era già verificato?
T.:Sì, sì, sì.
Presidente:  Senta, mi scusi un attimo, lei ha detto: “Non so se è stato sempre quel giorno”, il che vuol dire che ha avuto delle altre conversazioni con Amato?
T.:No, mi scusi, mi scusi.
Presidente: No, sto cercando di interpretare.
T.:No, siccome dal 2005 sono avvenute altre votazioni, allora a Molfetta quand’è il periodo…
Presidente:  Ma ha parlato altre volte con Amato?
T.:Ma non con Amato solo.
Presidente: Ma noi stavamo parlando del discorso con Amato e lei ha detto: “Non so se è stato in quella occasione”, il ché vuol dire che ha parlato altre volte con Amato.
T.:Siccome a Molfetta quand’è il periodo delle elezioni, prima finisce e meglio è perché…
Presidente: Va bene, questo è pacifico dappertutto. Ma se lei si è posto il dubbio se avesse parlato di quel fatto con Amato quel giorno o altre volte, vuol dire che ha parlato altre volte, forse in occasione di altre elezioni, non lo so, ha mai parlato?
T.:Noi con Pino Amato anche, per esempio, la domenica fai una passeggiata con tua moglie lo puoi incontrare.
Presidente:Quindi ha parlato altre volte con Amato, anche per la strada. Questo volevo sapere. Andiamo avanti.
p.m.:Senta, quando ha parlato con l’assessore Amato di questa faccenda, le ha fatto riferimento anche a degli ordini avuti dalla Procura di Trani sulla vendita dei ricci?
T.:No.
Giudice a latere dott. Gadaleta:Ma questa è la 189?
p.m.:La 189 e la 190, fogli 37 e 38, stessa data.
Difesa Avv. Di Terlizzi:Interviene un terzo, diventa difficile capirla questa.
p.m.:Senta, lei quando andò a parlare con l’assessore disse che avrebbe finito di vendere i ricci o che avrebbe continuato a vendere i ricci?
T.:Io ad Amato non gli ho detto niente perché noi abbiamo continuato.
p.m.:Lei ha detto ad Amato che avrebbe continuato a vendere i ricci?
T.:No.
p.m.:Non ha detto che la domenica successiva si sarebbe andato a posizionare là di nuovo?
T.:Non ricordo, però noi la domenica successiva siamo stati là di nuovo.
p.m.:E non gliel’ha detto ad Amato: “Vedi che noi andiamo la domenica successiva”?
T.:Ho detto che non ricordo. 
p.m.:“Non è che vengono i vigili?”, non ha detto così lei ad Amato?
T.:Non ricordo.
p.m.:Esclude di averlo detto? Lo esclude o non lo ricorda?
T.:Non che lo escludo, non lo ricordo perché non è una cosa di ieri.
p.m.:Non ho altre domande.
P.C. Avv. Masellis:Nessuna domanda.
Difesa Avv. Di Terlizzi:Nessuna domanda.
Presidente:  Grazie, si può accomodare.
Il teste viene licenziato.
 
Testimonianza di B. Mario

p.m.:Senta, signor B., lei che attività svolge?
T.:  Io ora sono andato in pensione, facevo il calzolaio.
p.m.:Senta, lei vende anche i ricci di mare?
T.:  Ogni tanto, perché diciamo il lavoro del calzolaio non è un lavoro a tempo pieno, ma adesso non sto andando da nessuna parte più.
p.m.:Senta nel 2005 lei ha venduto qualche volta i ricci di mare?
T.:  Sì, la domenica.
p.m.:Insieme a suo fratello?
T.:  Mio fratello mi veniva a dare una mano.
p.m.:Come si chiama suo fratello?
T.:  B. Antonio.
p.m.:Senta, avete mai ricevuto la visita dei vigili urbani?
T.:  Sì, vennero una volta i vigili urbani.
p.m.:Nell’aprile del 2005?
T.:  Ora non ricordo la data precisa, però, diciamo, vennero.
p.m.:Ricorda chi era l’assessore alla Polizia Municipale all’epoca, quando vennero i vigili?
T.:  Senta, io di queste cose qua sono proprio fuori, non so neanche le strade di Molfetta, a dire la verità, so andare, però…
p.m.:Comunque lei ha avuto una visita dai vigili?
T.:Sì, sì, vennero.
p.m.:Erano in divisa?
T.:Sì.
p.m.:Quanti erano?
T.:Tre.
p.m.:Lei in quel momento stava vendendo i ricci?
T.:Sì.
p.m.:Non aveva la licenza per farlo?
T.:No perché non ce l’hanno… io quando si poteva pagare, io ho sempre pagato.
p.m.:Comunque lei in quel momento non poteva vendere i ricci e li stava vendendo.
T.:Stavano, diciamo, tutti vanno, anche adesso che non si può andare, io non ci vado, però vanno tutti lo stesso.
p.m.:Come vennero? Con la Polizia Municipale?
T.:Sì, con la macchina, sì, sì.
p.m.:Quando è venuta la Polizia Municipaleè stato fatto notare a lei che lei non poteva fare quello che stava facendo?
T.:Ha detto che: “Qua non potete stare, dovete cercare di mettervi in regola”.
p.m.:E quindi, avuta questa notizia, una volta che hanno constatato che lei non era in regola, le hanno fatto il verbale?
T.:No.
p.m.:Le hanno detto di fare qualcosa?
T.:  Ha detto: “Cercate di mettervi in regola perché la prossima volta veniamo qua e facciamo il verbale, ora vi abbiamo avvisato”.
p.m.:Vennero scattate delle fotografie in quella occasione?
T.:Sì.
p.m.:A che cosa? Alla merce?
T.:  Alla merce, diciamo, fecero delle foto, però non so, diciamo, a direzione nostra, però non so…
p.m.:Le dissero quindi che cosa? Che li non poteva stare in quel posto?
T.:Sì, di cercare di metterci in regola, perché prima quando si poteva fare, l’ho sempre fatto, capito? Sempre. Io non è che vado spesso, però proprio per stare un po’ tranquillo, per non essere…
p.m.:Ma lei si trovava in via Baccarini in quella occasione?
T.:Sì, sì, sì.
p.m.:Oltre a lei c’erano altre personeche stavano vendendo i ricci?
T.:  E quelli vanno tutti i giorni.
p.m.:Chi è che stava in quella occasione quando vennero i vigili?
T.:  Ma io li conosco di vista, non è che…
p.m.:DI nome lo conosce qualcuno?
T.:  Uno lo chiamano “Mimone”,tanti altri.
p.m.:Lo chiamano “Mimone”?
T.:Sì.
p.m.:È uno che in modo, diciamo, più frequente fa questa vendita?
T.:  Sì, vanno spesso, perché noi non siamo gente delinquenti e cose varie.
p.m.:Senta, dopo che le dissero che la sua situazione non era regolare, lei ha fatto qualche cosa per mettersi in regola?
T.:Ma io ho chiesto però…
p.m.:A chi?
T.:  Ad un amico mio che si conosce, diciamo, lavorava con me al calzaturificio, ha detto: “No, vedi che adesso non fanno più niente” perché prima all’epoca lui disse a me: “Tu vai… – tanti anni fa che io ho ancora la carta, mi disse a me – se vai al Comune te la fanno”. L’ho presa per due volte, andavo alla Gestor a pagare e poi non l’ho fatto più perché non mi hanno dato la possibilità di farlo più. Io ho ancora la carta, non ce l’ho qua, però se vuole gliela posso anche far recapitare, però è vecchia.
Presidente: Sì, non ho capito, mi scusi, lei ha detto che dopo che le avevano detto di mettersi in regola, lei ha parlato con un amico suo?
T.:NO…
Presidente:  Allora chi le ha detto di mettersi in regola? Lasciamo stare le cose precedenti, dopo che sono venuti i vigili a trovarla, le hanno detto: “Tu questi non li puoi vendere”,lei che ha fatto dopo di questo?
T.:Io ho chiesto all’amico mio che lavorava con me…
Presidente:  Chi è questo amico suo?
T.:  è Bravo Vittorio che, diciamo, lavorava con me. Però lui…
Presidente:  Ma lavorava con lei come calzolaio o con i ricci?
T.:Come calzolaio.
Presidente:  Lavorava con lei come calzolaio, e che cosa le ha chiesto a questo?
T.:Disse a lui: “Quei permessi che si facevano all’epoca?”.
Presidente: Quindi scusi, vediamo se ho capito bene, lei chiese al suo amico e poteva aiutarla ad avere i permessi che aveva avuto in passato per vendere i ricci.
T.:Sì, ma lui mi disse a me: “Non si possono fare più”.
Presidente: E questo amico le disse che i permessi non si potevano fare più.
T.:Sì.
Presidente: Dopodiché che altro ha fatto lei?
T.:Niente.
Presidente: Niente, non si è messo in regola in nessuna maniera? Questi le avevano detto di mettersi in regola.
T.:Ma non ci hanno dato la possibilità.
Presidente: Sì ,ho capito,  ma lei è andato a parlare con qualcuno al Comune, ha fatto qualche cosa…
T.:No, no, no, no.
Giudice a latere dott. Gadaleta:Senta, ma quando i vigili le hanno chiesto di mettersi in regola, le hanno detto anche come doveva fare per mettersi in regola? Si doveva rivolgere a qualcuno, doveva presentare la domanda a qualcuno? Doveva andare da qualcuno?
T.:Loro hanno detto: “Andate in capitaneria, andate al comune, però io non sono andato da nessuno”.
Giudice a latere dott. Gadaleta:Da chi? Da qualcuno in particolare?
T.:No, no, da nessuno, ci ha mandato al Comune e: “Chiedete se si può fare qualcosa”.
Giudice a latere dott. Gadaleta:A chi doveva andare a chiedere?
T.:Io non ho chiesto a nessuno.
Giudice a latere dott. Gadaleta:E va be’, il Comune…
T.:E non ho chiesto a nessuno io.
Giudice a latere dott. Gadaleta:Sì, ho capito, ma lei doveva andare al Comune a qualcuno in particolare a chiedere?
T.:No, non da qualcuno in particolare, ha detto: “Andate là e chiedete se qualcuno può fare qualcosa”, e basta, non ha detto niente…
Giudice a latere dott. Gadaleta:Non fecero nomi?
T.:Nomi no.
p.m.:Senta, lei si è mai recato dall’assessore Amato a parlare di questa faccenda?
T.:No, no, no, io Amato lo conosco solo di vista perché sono molfettese e lo conosco di vista, però mai avuto a che fare.
p.m.:All’epoca lo conosceva già?
T.:Di vista.
p.m.:Lo conosceva di vista?
T.:Come si conoscono tante persone.
p.m.:Senta, e suo fratello è mai andato a parlare?
T.:Non lo so.
P.M:Antonio, suo fratello Antonio, è mai andato a parlare con l’assessore Amato in quel periodo di questo fatto che erano venuti i vigili?
T.:Non lo so, non lo so. Io questa è una cosa che mi sono trovato in mezzo a questo macello perché…
Presidente: Lei deve rispondere alle domande, lasci stare i commenti.
Giudice a latere dott. Gadaleta:È preoccupato di qualcosa?
T.:Non preoccupato, è che c’è gente che è abituata, gente che non è abituata.
Giudice a latere dott. Gadaleta:A fare che?
T.:Ad andare in queste cose di giustizia.
Presidente: Questa è una testimonianza che è un servizio civico che tutti devono rendere. 
p.m.:Quindi lei conferma che non è mai entrato nell’ufficio dell’assessore Amato per parlare di questa faccenda?
T.:Non sono mai entrato.
p.m.:Lei non ha mai parlato di questa faccenda con l’assessore Amato?
T.:No, no, no.
p.m.:Suo fratello?
T.:Non lo so.
p.m.:Non lo sa, va bene, grazie, non ho altre domande.
Presidente:  Prego.
Difesa Avv. Di Terlizzi:Senta, quel giorno in cui i vigili vennero a farvi la visita, era solo o in compagnia di suo fratello?
T.:No, ero io solo.
Difesa Avv. Di Terlizzi:Seconda domanda, lei ha fatto riferimento a permessi che prima la Gestor…
T.:Sì, vecchi, perché prima ancora passava quello del dazio, lasciava e stavo tranquillo, si pagava una fesseria.
Difesa Avv. Di Terlizzi:Questo vorrei che spiegasse. Quando lei parla di mettersi a posto pagando, lei quando prima pagava e poi non è stato possibile, che cosa pagava? Per caso l’occupazione del suolo pubblico?
T.:Sì.
Difesa Avv. Di Terlizzi:L’occupazione del suolo pubblico. Va bene, non ho altre domande.

 


[1] L’identificazione di quel tale agnomato Mimmone o Mimone risulta dall’interrogatorio reso dall’AMATO.
 

Dopo due mesi tornano i roghi notturni; bruciano tre auto e l'ingresso di un esercizio commerciale. E domani a chi toccherà?

 

 

 

Dopo due mesi tornano gli incendi e alle 2.00 di sabato 19 novembre bruciano tre auto in via prolungamento Aldo Fontana, all'altezza del civico 5.

 

Alle 3.30 circa, un cassonetto porta rifiuti posizionato all'ingresso di un negozio di ortofrutta in via Bari è dato alle fiamme distruggendo a metà la porta in legno e la tenda. 

E domani a chi toccherà? (AGGIORNATO AL 19/11/2011)

Ai domiciliari i due fruttivendoli finiti in carcere lunedì


Foto: © Carabinieri

www.molfettalive.it
 

Fine della detenzione in carcere per il 24enne e il 46enne arrestati lunedì dai Carabinieri nell'ambito di un'inchiesta della procura di Trani sul commercio di ortofrutta. In tutto cinque le misure di custodia cautelare (le altre tre a domicilio).

La scarcerazione è stata accordata dal gip del tribunale su istanza dei legali. Restano ai domiciliari D. M. (43), N. S. (38) ed A. T. (48), tutti di Molfetta.

I cinque arrestati sono ritenuti responsabili – a vario titolo – di occupazione abusiva di suolo pubblico e di reiterate violazioni dei sigilli delle aree pubbliche sottoposte a sequestro preventivo durante "Piazza pulita". L'operazione in materia di commercio è stata eseguita a più riprese a partire dal mese di giugno dell 2010.

Arresti e sigilli si sono succeduti in un anno e mezzo. In alcuni casi, secondo gli inquirenti si sarebbe continuato a vendere frutta e verdura su zone sequestrate.

Dopo l'istanza di scarcerazione, l'avvocato Maurizio Masellis non esclude di ricorrere al tribunale del Riesame per ottenere il ritorno in libertà dei suoi assistiti. Si punterà presumibilmente sulla valutazione di «allarme sociale» e sulle motivazioni («di natura lavorativa») che avrebbero spinto gli indagati alle violazioni.

Ambulanti abusivi, nuovo blitz dei carabinieri. Cinque arresti


Foto: ©

www.molfettalive.it

Questa mattina i Carabinieri della Compagnia di Molfetta hanno eseguito 5 ordinanze di custodia cautelare, emesse dal Gip presso il Tribunale di Trani su richiesta della locale Procura della Repubblica, a carico di altrettanti soggetti, tutti fruttivendoli, ritenuti responsabili – a vario titolo- di occupazione abusiva di suolo pubblico e di reiterate violazioni dei sigilli delle aree pubbliche sottoposte a sequestro preventivo. 

V. D. N. classe 1965 e V. M. classe 1987, entrambi molfettesi sono stati sottoposti alla misura cautelare della custodia in carcere. D. M. classe 1958, N. S. classe 1973 ed A. T. classe 1963, anch’essi di Molfetta, sono stati invece arrestati e sottoposti alla misura alternativa della detenzione domiciliare.

La vicenda ha avuto inizio il 25 Maggio del 2010, allorquando il Tribunale di Trani ha disposto il sequestro preventivo dei mezzi materiali utilizzati per la abusiva occupazione del suolo comunale, finalizzata all’esercizio dell’attività di commercio di frutta e verdura su quel suolo pubblico. 

Nel giugno successivo, i militari hanno proceduto al sequestro di iniziativa, poi convalidato dal Gip, delle aree pubbliche abusivamente occupate dagli indagati e che sono state, nella circostanza, affidate ai predetti per la custodia, avvertendoli però che l’esercizio dell’attività commerciale in tali aree, era da considerarsi reato. 

Disattendendo quanto disposto dall’autorità giudiziaria, con reiterate violazioni dei sigilli, gli ambulanti, protagonisti dell’indagine, hanno continuato ad esercitare il commercio nelle aree sottoposte a sequestro. 

I Carabinieri, nel prosieguo della loro attività, hanno continuato a monitorare l’utilizzo palesemente illecito e abusivo delle dette aree, procedendo a denunciare, di volta in volta, le violazioni dei sigilli apposti per ordine dell’autorità giudiziaria che, con assoluta spregiudicatezza, sono stati ignorati dagli indagati, che hanno perseverato ad invadere gli spazi sottoposti a vincolo giudiziario. 

Le istallazioni abusive utilizzate per il commercio inoltre, oltre a danneggiare la parte offesa ovvero il Comune di Molfetta, titolare della proprietà delle sedi stradali, fatte oggetto delle abusive attività di commercio, rappresentavano un pericolo per la sicurezza delle persone e della circolazione stradale.

Ambulanti, imprenditori e professionisti, così la Finanza stana i furbetti del fisco

di FRANCESCA RUSSIbari.repubblica.it
Un ambulante con la bancarella di frutta e verdura al mercato di via Montegrappa viaggia ogni giorno a bordo di una Mercedes. Una coppia di baresi, dichiarazione dei redditi da seimila euro l'anno, vive in una villetta al quartiere vip di Bari a Poggiofranco. Un giovane architetto di Carrassi guadagna quasi 80mila euro l'anno e chiede l'esenzione dal pagamento del ticket per gli esami del sangue. Uno studente fuorisede, mamma medico e papà avvocato, riceve la borsa di studio universitaria per i meno abbienti. Una imprenditrice single manda il figlio di sei anni a scuola elementare pagando la retta minima per il servizio mensa. Casi strani. Quasi inspiegabili. Al punto tale da essere arrivati sul tavolo della guardia di finanza. I militari li stanno studiando, li stanno esaminando, stanno confrontando dichiarazioni dei redditi e tenori di vita. Sotto la lente di ingrandimento degli investigatori della finanza sono finite centinaia di pratiche per prestazioni sociali agevolate. Sconti e contributi che i cittadini chiedono alle amministrazioni pubbliche per poter pagare gli esami medici, gli studi universitari, le rette scolastiche. Proprio per questo la guardia di finanza ha all'attivo almeno tre accordi di programma. Con la Regione Puglia per scovare i furbetti del ticket sanitario. Con l'Università degli Studi di Bari per trovare gli evasori delle tasse universitarie. Con il Comune di Bari per stanare i finti poveri delle mense e degli asili e controllare i fuori legge dell'Ici e della Tarsu.

Negli ultimi due mesi i militari del gruppo Bari hanno scoperto 
e denunciato ben 82 finti poveri che producevano e consegnavano alla Asl false autocertificazioni per non pagare il ticket sulle visite specialistiche. Per il sistema sanitario pugliese indigenti sotto gli 8mila euro, per il fisco ricchi professionisti sopra i 70mila euro. Una sproporzione esagerata.
Sono stati avviati da oltre un anno invece i controlli sui furbetti delle tasse universitarie. Un vero e proprio patto antitruffe. Nel 2010 il rettore dell'ateneo Corrado Petrocelli lanciò una campagna contro l'evasione per sanare il buco di bilancio. Le verifiche portarono a scovare 80 studenti che dichiaravano redditi sotto i 13mila euro per non pagare i contributi. Le ispezioni della finanza stanno proseguendo e hanno già individuato molti universitari che non solo non versano le tasse, ma che usufruiscono delle borse di studio. Il danno e la beffa. Eppure alcuni sono figli di imprenditori e di notai. "Uno ragazzo di Giurisprudenza autocertifica redditi bassi ma guida una Jaguar" spiffera un delatore tra i corridoi della facoltà.
L'ultimo accordo stipulato dalla Finanza riguarda invece il Comune di Bari ed è stato voluto dall'assessore alla pubblica istruzione Fabio Losito. Al setaccio dei militari c'è già una lista di duecento presunti finti poveri. E da oggi chi chiederà un sussidio al Comune, soprattutto per le scuole, deve sapere che molto probabilmente subirà un accertamento fiscale su quello che ha dichiarato. A destare l'attenzione dei finanzieri ci sono molti casi di baresi che vivono in abitazioni di lusso, con tanto di giardino e piscina, e ricevono buoni scuola.

Le prestazioni sociale agevolate sono però solo una parte dei controlli antievasione. L'altra partita è quella dei controlli fiscali veri e propri. La mancata emissione dello scontrino per esempio. Gli ambulanti dei mercati rionali fatturano poche decine di euro al giorno eppure viaggiano su Bmw e Mercedes, annotano i finanzieri. C'è anche chi dichiara redditi bassi all'agenzia delle entrate e poi parte per località esotiche. Gli ispettori di polizia tributaria infatti stanno battendo a tappeto i nominativi dei clienti dei tour operator di lusso (per le crociere o i villaggi all'estero) e incrociando le generalità con le dichiarazioni dei redditi. In caso di evidenti incongruenze scatta il controllo. Si tratta del "controllo economico del territorio". Sotto osservazione c'è un commerciante che è partito per un mese alle isole Fiji. Strano ma vero. Il caso più clamoroso è stato quello di tre yacht parcheggiati in Croazia, in acque extra territoriali, per risparmiare il 20 per cento sull'Iva. Peccato che di queste tre imbarcazioni del valore di due milioni e mezzo ciascuna il fisco fosse del tutto all'oscuro.
L'ultima trova infine è stata quella di Facebook. Guai a mettere una foto in barca a vela se sul modello unico c'è scritto ventimila euro l'anno. I conti non tornano. E così i finanzieri hanno scoperto l'ennesimo evasore.

L'inaugurazione del chiosco n. 2, festa privata o pubblica?

Il 10 dicembre 2004 è un giorno che ricorderemo perchè un assessore molto amato dai molfettesi partecipò ai funerali del padre del boss della droga Michele Manganelli. Qualcuno penserà che non c'è nulla di male partecipare a un funerale; certo, fino a quando la partecipazione di un pubblico amministratore si limita alla cerimonia funebre pubblica, ma quando il politico interviene alle fasi private della cerimonia riservate ai soli famigliari presso la camera mortuaria dopo la funzione pubblica comincia ad essere imbarazzante. Lo è ancor di più se in quella fase ci partecipa un detenuto scortato da guardie carcerarie. Rimarrà un mistero per tutti noi.

Invece la data del 12 settembre 2011 la ricorderemo per un'altra situazione altrettanto imbarazzante ma molto più grave e senza misteri.

E' appena terminata la festa patronale cittadina  e il giorno successivo, alle ore  20.15 circa, due "famiglie" molfettesi s'incontrano per festeggiare. Una parte di quelle "famiglie" che hanno voluto il nuovo piano del commercio, così come è riportato nella premessa della delibera del Consiglio Comunale n. 53 e la piccola famiglia del Sindaco Senatore Azzollini s'incontrano per festeggiare l'apertura del secondo Box del "Mercato diffuso". Non abbiamo notizie del Prelato che ha inaugurato, anche se di solito il sindaco si accompagna in queste cerimonie al vescovo Martella; è certo però che capeggiava sugli astanti un'immagine della Madonna.

La voce circolava già da qualche giorno che il nastro sarebbe stato tagliato dal primo cittadino (è una delle poche cose che riesce a fare quando nel weekend è a Molfetta), anche se il suo addetto stampa e il sito web amico non ne ha dato notizia. Ora, noi cittadini che ci teniamo tanto a queste manifestazioni, ci chiediamo il perchè il Sindaco-Senatore Azzollini non abbia invitato la cittadinanza all'inaugurazione di questa importante opera pubblica che sta risolvendo il problema dell'abusivismo e che, a suo dire, sta diventando un punto di riferimento da imitare in tutta la provincia? Perchè privarci della prova del melone e la conoscenza di questi fortunati e meritevoli cittadini imprenditori e commercianti che sono stati premiati con il chiosco numero due e che noi contribuenti abbiamo pagato in anticipo? 

Oppure era semplicemente una festa privata a cui sono stati invitati il sindaco con consorte e qualche suo seguace? Se così fosse sarebbe molto grave e dovrebbe spiegarlo alla città.

Dal momento che conosciamo i silenzi del primo cittadino siamo certi che risposte non arriveranno e quindi sarebbe opportuno che il Prefetto intervenga per verificare, ai sensi dell'art. 143 del D.Leg. n. 26/2000, che non ci siano elementi su collegamenti diretti o indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata o su forme di condizionamento degli amministratori stessi.

Ortofrutta, inaugurato il box numero due

In via Molfettesi d’Argentina avvistato lunedì anche il sindaco Azzollini. A fine agosto Rifondazione e Liberatorio hanno tuonato contro i costi dei tre gazebo in legno

http://livenetwork.blob.core.windows.net/news/molfetta/1(39).JPG

di Lorenzo Pisani (www.molfettalive.it)

Il "mercato diffuso" voluto dall’amministrazione comunale per disciplinare il fenomeno del commercio ambulante, più volte sanzionato dalla magistratura, da lunedì può contare anche su un secondo box, allestito sul modello del prototipo operativo da marzo in via Papa Montini.

La struttura in legno lamellare color bianco è stata inaugurata la sera del 12 settembre. Spumante, frutta e applausi e anche un vessillo della Madonna dei Martiri, protettrice di Molfetta.

Folto il capannello in via Molfettesi d’Argentina. Avvistato anche il sindaco, Antonio Azzollini.

Meno di due settimane fa sulla scelta dei gazebo erano piovute le polemiche della sinistra all’opposizione. In una nota, Rifondazione comunista faceva un po’ di conti del costo dei tre chioschi in legno lamellare (due già realizzati, compreso il box “numero zero” di via papa Montini): 210mila euro erano sembrati troppi agli occhi del partito di opposizione, che aveva posto alcuni interrogativi in un’interrogazione consigliare cui potrebbe seguire – se non dovesse essere discussa entro un mese – un esposto alla Corte dei Conti.

Era andato oltre il Liberatorio politico. A distanza di poche ore da Rifondazione il movimento civico aveva annunciato di aver presentato una denuncia alla procura di Trani. Tutto sarebbe incentrato sui tempi della costruzione del gazebo. Iniziata, aveva fatto notare Matteo d’Ingeo, «dopo la prima decade di maggio» e proseguita per tutta l’estate.

Ad agosto una delibera di giunta aveva stabilito di abbandonare la via della gara pubblica e di affidare la costruzione di due chioschi alla stessa azienda che aveva portato a termine il prototipo sperimentale.