Archivio mensile:settembre 2010

MOLFETTA. Ancora un'auto in fiamme

Scritto da Redazione (www.ilfatto.net/…)

Continuano le "notti di fuoco" a Molfetta. Ancora un'autovettura parcheggiata in strada avvolta e distrutta dalle fiamme. Ancora una volta provvidenziale l'intervento dei Vigili del Fuoco: insomma, un film che si ripete per l'ennseima volta.

Scenario dell'ultimo incendio, divampato attorono all'una della notte scorsa, via Canonico de Beatis, al Rione Paradiso. Il copione identico a quello di altre decine di incendi "scoppiati" in città negli ultimi anni: prima la puzza di bruciato, poi le fiamme. Quindi i cittadini impegnati a chiedere l'intervento dei soccorsi e la disperazione di chi, in pochi minuti, ha visto andare in fumo la propria auto, in questo caso una Ford Fiesta.

Ormai alla causa "accidentale" delle fiamme risulta davvero difficile credere: può capitare una volta che un cortocircuito origini le fiamme, ma non più volte alla settimana e sempre di notte, come invece sta succedendo a Molfetta. Difficile collegare gli incendi alle attività della malavita: le fiamme sono scoppiate in luoghi differenti della città e i proprietari delle auto non hanno, almeno apparentemente, legami tra loro.

Probabile che invece ad agire sia uno sconsiderato o una banda di vandali che si dilettano in questo "sport" tutt'altro che divertente. Sino a questo momento la risposta delle Forze dell'Ordine per arginare il fenomeno è stata pressocché nulla. Il rischio concreto è che, se non si riuscirà a identificare gli autori degli incendi, le fiamme continueranno ad essere protagoniste delle notti molfettesi.

https://liberatoriopolitico.wordpress.com/wp-content/uploads/2010/09/incendio30set20102.jpg

VEDI LA LISTA (work in progress)

Ancora incendi di auto. E il Liberatorio promette manifestazioni

Brucia un'auto nel rione Paradiso. Proprio nella serata di ieri il movimento civico ha lanciato la sua iniziativa popolare per cercare di fare luce sul fenomeno.

http://molfettalive.it/imgnews/incendio%20viale%20007(4).jpg

di La Redazione (www.molfettalive.it/…)

Bruciano ancora auto nella notte molfettese. L'ultimo rogo spento dai vigili del fuoco intorno all'una di questa notte nel rione Paradiso in via canonico de Beatis.

Poche ore prima, nella sede del Liberatorio Politico, si era tenuta un'assemblea convocata per lanciare iniziative di sensibilizzazione al fenomeno.

Le ipotesi dell'autocombustione o del corto circuito non convincono gli iscritti al movimento civico, che lamentano anche il silenzio della politica cittadina. L'unico partito che finora ha partecipato alle assemblee pubbliche nella sede del Liberatorio è stato quello della Rifondazione Comunista, ieri rappresentato da Beppe Zanna. Pochi, a dire la verità, anche i cittadini.

Nell'occasione, il coordinatore Matteo d'Ingeo ha lanciato "E domani a chi toccherà?", iniziativa per ricostruire la mappa dei roghi degli ultimi anni. Numerose la date a partire dal 27 febbraio 2008: non solo auto, ma anche esplosioni a danni anche di attività commerciali.

«Non possiamo convivere con la preioccupazione che la nostra auto prenda fuoco; o di assistere inermi dalle nostre finestre a botti e fiamme», hanno affermato i presenti.

I cittadini sono stati invitati a segnalare sul blog del Liberatorio roghi e botti di cui non è stata data notizia. Intanto, c'è chi pensa ad altre forme di protesta o divulgazione di ciò che sta accadendo nel cuore delle notti da un po' di anni a questa parte.

VEDI LA LISTA (work in progress)

Tornano in libertà i tre ambulanti arrestati nel secondo blitz

Il Gip ha accolto le richieste dei legali. Intanto, oggi scade l'ordinanza del sindaco che autorizzava alcune postazioni. Il nuovo piano del commercio sarà discusso in consiglio comunale l’8 ottobre

http://www.molfettalive.it/imgnews/TribunaleTrani%20004(2)(5).jpg

di La Redazione (www.molfettalive.it/…)

Sono da ieri liberi i tre venditori ambulanti arrestati dai carabinieri nel secondo blitz del 21 settembre ordinato dalla procura della repubblica di Trani. I tre individui, due uomini e una donna, erano agli arresti domiciliari.


Ai commercianti, erano stati contestati dal pubblico ministero Giuseppe Maralfa i reati a vario titolo di “invasione di terreni o edifici” e la violazione dei sigilli posti dagli stessi carabinieri nel primo blitz dell’8 giugno.

La revoca della misura cautelare è stata disposta dal giudice per le indagini preliminari Roberto Oliveri del Castillo, accogliendo le richieste dei legali Maurizio Masellis e Michele Salvemini, a seguito degli interrogatori di garanzia, in cui i tre arrestati hanno reso dichiarazioni in merito ai reati loro addebitati.

Per l’invasione di terreni o edifici il codice penale prevede la reclusione fino a due anni. Da tre a cinque anni, invece, per la violazione dei sigilli da parte di chi ha in custodia il bene.

Intanto, oggi 30 settembre, scade l'ordinanza con cui il sindaco Azzollini ha autorizzato in maniera temporanea, dopo il primo blitz, alcune postazioni ambulanti. Il nuovo piano del commercio, che dovrebbe mettere ordine nel settore, sarà discusso in consiglio comunale l’8 ottobre.

E domani a chi toccherà? (AGGIORNATO AL 12/2/2011)

https://liberatoriopolitico.wordpress.com/wp-content/uploads/2010/09/f416e1b22526a3c0c0628668fc6ddf62_medium.jpg

Scopriamo la città esplosiva. Aiutaci a costruire la mappa.

6 FEBBRAIO 2008
Ore 1.30 del Mercoledì delle Ceneri, mentre si svolgeva la tradizionale Processione della Croce, una mano ignota appiccava il fuoco alla bottega di restauro di Via Piazza. Immediati i soccorsi che permettevano di limitare i danni: il portone esterno era andato, ma la porta di ferro aveva tenuto lontane se non la fuliggine, almeno le fiamme. 

10 FEBBRAIO 2008
Alle 2.00 circa brucia un auto e rimangono danneggiate altre due, nel parcheggio antistante il Palazzo Dogana.

27 FEBBRAIO 2008
L’esplosione avviene prima che si faccia giorno. Qualcuno, nel silenzio e lontano da sguardi curiosi, sistema una bomba-carta davanti all’ingresso di un capannone industriale in costruzione in piena zona Asi, alla periferia della città. La deflagrazione manda in frantumi tutto ciò che è nelle immediate vicinanze dell’ordigno. I danni sono comunque contenuti. In seguito alle verifiche compiute sul posto gli specialisti dei carabinieri ritengono, con ragionevole certezza, che non sia stato impiegato tritolo.
 
3 MARZO 2008
La deflagrazione viene avvertita da ponente a levante della città. Una bomba carta esplode, in piena notte, intorno alle 2, davanti all’ingresso di una salumeria in Vico V Crocifisso. L’esplosione, sulla base di quanto conferma il marito della proprietaria dell’esercizio commerciale, rientra nella lotta in corso tra le famiglie Cucumazzo e Campanale di Ruvo di Puglia. La salumeria è intestata proprio alla moglie di uno dei Cucumazzo.
 
30 MARZO 2008
L’esplosione avviene intorno alle 3.30. Qualcuno, nel silenzio della notte solleva la saracinesca e sistema una bomba-carta davanti all’ingresso del bar Venere, nella zona 167. La deflagrazione manda in frantumi tutto ciò che è nelle immediate vicinanze dell’ordigno sia all’interno del bar che all’esterno.
 
17 OTTOBRE 2008
Incendio di cinque auto, una Scenic, una Panda, una Saxo e una Megane, una Matiz, e di un cassonetto dei rifiuti.
 
17 NOVEMBRE 2008
Le fiamme distruggono il pub Beatles, sul lungomare.
 
23 NOVEMBRE 2008 
Una bomba carta di modesto potenziale viene fatta esplodere in Via Annunziata. Salta una Fiat Punto parcheggiata lungo la via.
 
28 – 29 DICEMBRE 2008 
Nella notte tra il 28 e il 29 dicembre esplodono quattro autovetture, una Kya Picanto invia Purgatorio, traversa di via Annunziata, una Bmw 530, in via Cavallotti, traversa di corso Umberto, una Renault Scenic ed una Ford Sierra in via Minervini, nei pressi di via Terlizzi.
 
31 DICEMBRE 2008 
Esplodono una Fiat Punto in via Sergio Pansini e un’Alfa 33 in via Cappellini.
Un ordigno danneggia la saracinesca di un bar all’angolo tra via G. Salvemini e piazza Alcide De Gasperi.
 
3 GENNAIO 2009 
In via Pietro Colletta viene sistemato un ordigno che, intorno alle 22.30, distrugge una Ford Fiesta, parcheggiata all’angolo della strada.

Circa un’ora dopo in via Federico Campanella esplode una Smart. Il proprietario dell’autovettura è il titolare di un bar.

10 FEBBRAIO 2009 
Bomba piazzata sul gradino di ingresso di una salumeria in via Immacolata. Restano danneggiate una Renault Scenic, una Yaris, e una Opel corsa, che al momento dell’esplosione stava attraversando proprio via Immacolata, con a bordo due donne, finite poi in ospedale in stato di choc. …

15 MAGGIO 2009 
Incendiate nella notte tre auto in via capitano Azzarita. Ad essere avvolte dalle fiamme una Alfa Romeo 156 (auto da cui sarebbe partito l'incendio), una Ford Fiesta e una Renault 5. In nessun caso è possibile mettere in relazione l'incendio delle vetture con la vita privata dei loro proprietari.

19 GIUGNO 2009
Quasi certamente si è trattato di un avvertimento anche se gli inquirenti non confermano questa tesi. Ignoti attorno alle 2.30 hanno appiccato un incendio all'ingresso della Caffetteria Giotto, all'angolo tra via Margherita di Savoia e via De Luca.
 
8 LUGLIO 2009
4 auto bruciano in via cap De Candia (tra cui il camion del venditore ambulante e una centralina telefonica).

25 LUGLIO 2009
A causa di un incendio è stato necessario l'intervento dei Vigili del Fuoco di Molfetta in una nota sala ricevimenti in cui erano in corso i festeggiamenti per un matrimonio. Attorno alle 20, a causa di un improvviso black out, è entrato in funzione il generatore di emergenza che avrebbe dovuto garantire la fornitura di energia elettrica, ma per cause ancora da accertare il generatore ha improvvisamente preso fuoco. 

29 LUGLIO 2009
Un violento incendio quasi sicuramente di origine dolosa è divampato attorno alle 20 di mercoledì all'interno della costruzione che fino ad alcuni anni fa ospitava il lido balneare Park Club.

Secondo quanto è stato verificato dagli inquirenti l'incendio si è sviluppato all'interno di alcuni locali presenti nell'edificio principale e ha interessato alcune suppellettili abbandonate da diverso tempo.

6-7 AGOSTO 2009 
Ore 2.30 – In pieno centro invece il secondo episodio. All'angolo tra via XX Settembree corso Umberto mani ignote hanno appiccato le fiamme ad una Opel Zafira che è stata completamente distrutta. Anche in questo caso necessario l'intervento dei Carabinieri e dei Vigili del Fuoco. Le fiamme hanno anche  provocato il danneggiamento di una Ford Fiesta e delle vetrine anti sfondamento di un negozio di abbigliamento.

Secondo indiscrezioni l'auto incendiata apparterrebbe ad un dipendente di una azienda municipalizzata (Montebello) impegnato  anche in attività politica. 


24 NOVEMBRE 2009
Altri due veicoli sono stati avvolti e distrutti dalle fiamme poco dopo la mezzanotte di ieri. L'incendio ha coinvolto un Fiat Doblò e un Piaggio Ape parcheggiati in via Manzoni, nei pressi dell'istituto scolastico.

27 NOVEMBRE 2009
Poco dopo le 14, un incendio provocato da un corto circuito ha gravemente danneggiato una autovettura Ford Fiesta parcheggiata in vico Effrem, nelle immediate vicinanze di corso Umberto.

13 GENNAIO 2010
In mattinata un altro cassonetto di proprietà dell'A.S.M. destinato alla raccolta della carta usata è andato danneggiato da un incendio. Il rogo si è sviluppato in mattinata inpiazza Margherita di Savoia. Le fiamme hanno avvolto il cassonetto improvvisamente rischiando di propagarsi ad alcune autovetture parcheggiate nei pressi.

21 GENNAIO 2010
Alle ore 2.00 brucia un'auto in via san Domenico

8 FEBBRAIO 2010
In via Roma alle ore 23.30 brucia un'auto

20 FEBBRAIO 2010
In contrada Samarelli brucia alle 5.00 una Moto Ape.

6 MARZO 2010
Un cortocircuito provoca attorno a mezzogiorno un principio di incendio all'interno del supermercato Alvi di via Madonna dei Martiri, alla periferia della città. L'attività commerciale era chiusa da tempo per lavori di riammodernamento.

28 MARZO 2010
Un incendio si è sviluppato nel pomeriggio all'interno di un locale interrato di via Annunziata, nei pressi di piazza Paradiso. Nel locale, presumibilmente utilizzato come deposito, fortunatamente non c'era nessuno e quindi i danni sono rimasti limitati alle suppellettili che le fiamme hanno completamente distrutto.

3 APRILE 2010
Alle ore 1.45 brucia un'auto in via Bufi.

10 APRILE 2010
In Piazza Immacolata alle ore 5.00 brucia un'autovettura.

26 GIUGNO 2010
Due i roghi che hanno richiesto l'intervento di soccorritori per domare le fiamme. Il primo lungo via Terlizzi, a pochi metri dall'ospedale civile dove un'ampia area di terreno incolto e invaso dalle sterpaglie è stata interessato da un incendio nel quale oltre alla vegetazione hanno preso fuoco anche rifiuti di ogni genere. Il secondo incendio, nei pressi del Preventorio.

1 LUGLIO 2010
Un vasto incendio di sterpaglie si è sviluppato nei pressi del ponte sulla Statale 16bis della provinciale per Ruvo. Il rogo è partito intorno alle 17.30 dalla parte terminale laterale del sovrappasso.

17 LUGLIO 2010
Nella notte bruciano due auto in via Donizzetti.
 
23 LUGLIO 2010 
Alle due di notte un incendio ha coinvolto tre autovetture parcheggiate lungo la strada in via Ungaretti. Ad andare completamente distrutte sono state una Renault Modus e un furgone Renault Kangoo oltre ad una Lancia Y. Le due Renault andate distrutte sarebbero di proprietà del titolare di un noto ristorante cittadino (Adriatico), elemento questo che potrebbe far pensare ad un episodio non accidentale. Ipotesi quest'ultima non confermata nè smentita dagli inquirenti.

27 LUGLIO 2010
In via Zuppetta alle ore 3.00 brucia un'autovettura

4 AGOSTO 2010 
Brucia la pizzeria ristorante il Melograno situata sulla strada vicinale Piscina Ser Nicola.
 

6 SETTEMBRE 2010

In via Dante 4 auto bruciate, piante del Cin Cin Bar e alcuni pezzi di luminarie.
 
16 SETTEMBRE 2010
Sono state rinvenute due pistole e 190 cartucce. Le armi e le munizioni sono state scovate dopo attente perquisizioni effettuate in un'abitazione privata e in un'attività commerciale.
 
18 SETTEMBRE 2010
I carabinieri sequestrano in contrada San Leonardo 3,5 chili di esplosivo, 12 detonatori e 52 metri di miccia a lenta combustione rinvenuti in un casolare abbandonato.
 
22 SETTEMBRE 2010
Ore 2.00, due auto incendiate in via Giaquinto; una appartenente al gestore del ristorante "Palazzo de Luca" e l'altra al Dirigente del Comune di molfetta dott. Tangari.
 
25 SETTEMBRE 2010
Bruciano nella notte tre auto in via Zuppetta
.

30 SETTEMBRE 2010
Una Ford Fiesta bruciata intorno all'una di notte nel rione Paradiso in via Canonico de Beatis.

1 OTTOBRE 2010
Intorno all’1.30 in Corso Vito Fornari, più precisamente nei pressi del distributore di benzina Erg, una Renault Scenic è stata completamente distrutta dalle fiamme.  Nelle immediate vicinanze una Brava, una Punto, una Polo, una Focus e una Kangoo che hanno riportato lievi danni.

14 NOVEMBRE 2010
Alle 2.40, di domenica, il rogo di un'auto ha illuminato via La Malfa, nella periferia di Molfetta.

12 FEBBRAIO 2011
Alle ore 1.30 un incendio distrugge buona parte delle suppellettili esterne del Ristorante-Pizzeria Rosa Marina situato nella zona retrostante del Duomo.

“PER 365 NOTTI SENZA INCENDI”. La cittadinanza attiva s'è desta

https://liberatoriopolitico.wordpress.com/wp-content/uploads/2010/09/p1100010.jpg

di Roberta Carlucci (www.laltramolfetta.it/…)

27/09/2010   Come promesso nel comunicato stampa di sabato scorso, puntuale alle 18 di ieri, domenica 26, Matteo D’Ingeo ha aperto i battenti del Liberatorio Politico ai cittadini di qualsiasi estrazione sociale, sigla politica o realtà associazionistica. E la risposta c’è stata, tiepida in termini di numeri (era anche domenica e la notizia era stata diffusa appena ventiquattro ore prima) ma rovente in termini di disposizione d’animo. Quando si dice, pochi ma buoni. Cittadini delusi, indignati, decisi ad interrogare e ad interrogarsi per fare chiarezza sulla situazione di strisciante illegalità che pervade la città di Molfetta. La città dove tutto va bene, perchè a molti conviene dire così.
Gli ultimi episodi, reiterati nel giro di pochi giorni, di incendi ai danni di autovetture di cittadini illustri e meno illustri hanno suscitato interrogativi e paura in molti cittadini che si sono sentiti toccati in prima persona dagli eventi. Matteo D’Ingeo ha voluto raccogliere questo disagio di molti indicendo un’assemblea che non fosse necessariamente legata all’immagine del Liberatorio, ma piuttosto a quella di una cittadinanza attiva e viva in una città assopita e stordita, cittadinanza che si è posta come obiettivo quello di produrre una mobilitazione più generale delle coscienze attraverso future azioni pubbliche. Si è discusso della possibilità di indire un corteo che tocchi i luoghi degli incendi degli ultimi tempi e che si concluda in una conferenza esplicativa verso e dialogativa con la gente comune. Si intende affiancare a ciò un’azione di volantinaggio volta a indurre nei più una conoscenza nonchè coscienza profonda della storia degli episodi incendiari negli ultimi anni a Molfetta.
Lo scopo ultimo sarebbe quello di ricevere feedback più dettagliati dagli organi amministrativi o ancor più dalle forze dell’ordine, per instaurare un rapporto di osmosi informativa tra chi ancora ha voglia di interessarsi a questa città e alle sue strambe dinamiche delinquenziali e chi è preposto a far rispettare la legalità e la sicurezza.
Questa sorta di comitato spontaneo di cittadini, che punta ad allargarsi nel numero, intende consolidarsi e portare avanti con impegno tali azioni dimostrative, motivo per cui si è dato nuovamente appuntamento mercoledì 29 alle 19 presso la sede del Liberatorio Politico in via F. Campanella 50.

La svolta autoritaria in “Presadiretta”. Intervista a Riccardo Iacona

https://liberatoriopolitico.wordpress.com/wp-content/uploads/2010/09/riccardo-iacona.png

Intervista a Riccardo Iacona di Mariagloria Fontana (www.temi.repubblica.it/…)

Occhi piccoli ma vividi, maniche della camicia arrotolate fino ai gomiti, un modo di fare deciso e al contempo cortese, così appare Riccardo Iacona, classe 1957, al pubblico intervenuto presso la libreria della Galleria Colonna di Roma per la presentazione del suo libro “L'Italia in Presa Diretta” (Leggi un estratto). Iacona, autore e conduttore di "Presadiretta" su Rai Tre, è uno di quei rari giornalisti che amano 'sporcarsi le mani' andando fino in fondo alle storie. Dotato di un'acribia che lo ha portato a documentare meticolosamente cosa accade in Italia e a scrivere il suo libro di esordio in una perfetta sintesi di idealismo, coraggio e determinazione.

Commentando il suo libro ha detto: “Adesso ho le prove che l'Italia di Berlusconi è un paese meno libero. L'ho visto con i miei occhi”. Cosa ha visto?
Dico che l'ho visto con i miei occhi, perché ho attraversato il nostro Paese con i miei occhi, perché ho avuto il privilegio di attraversarlo per tre anni e abbiamo prodotto 44 ore di programmi in prima serata. Vedo quello che trasmettono i telegiornali, quello che fanno gli altri, e mi rendo conto che c'è una differenza enorme fra quello che si racconta e quello che si potrebbe raccontare. Addirittura, quando si descrivono le cose che io reputo sia giusto raccontare, ad esempio la crisi economica, i respingimenti o le grandi questioni nazionali, le si svuota di significato e di senso. Quasi a non voler riconsegnare al pubblico delle chiavi di interpretazione con le quali può autonomamente giudicare l'azione del Governo. Anzi, al contrario, lo si racconta con tanta, troppa attenzione e deferenza nei confronti del linguaggio, dei codici e dell'agenda stabilita dai partiti. Queste cose le ho 'misurate' maniacalmente, in questo senso scrivo che ho le 'prove'. È una dinamica che fa venire le vertigini, perché mette in crisi il meccanismo democratico nel suo momento più importante che è quello della formazione di un'opinione pubblica indipendente, autonoma, avveduta, ricca di punti di vista e che ha visto il mondo. È necessario alimentare, invece, un'opinione pubblica che non deve semplicemente pendere dalle labbra del politico di turno che sta facendo un dibattito in televisione per decidere se sta vincendo o l'uno o l'altro, come se fosse la discussione fra due tifosi della Roma e della Lazio al bar dopo al partita.

Il sottotitolo del libro è: “Viaggio nel paese abbandonato dalla politica”. Quali sono i motivi per i quali la politica ha abbandonato l'Italia?
In Italia si parla sempre di politica, ma la politica non fa il suo mestiere. Fare politica non significa occupare posti di potere, fare leggi ad personam, lucrare con posizioni di rendita, infiltrarsi nell'economia. Questo non è fare politica. Questa è una classe dirigente che si sta autoriproducendo e sta lucrando una posizione di potere. Invece dovrebbe occuparsi di tracciare l'Italia del futuro. Ciò significa affrontare le questioni fondamentali: informazione, integrazione, uso dell'ambiente e sviluppo economico e poi dovrebbe costruire un patto con gli italiani e dire: noi vogliamo andare da quella parte lì. Purtroppo, la politica attuale parla soltanto delle questioni a breve termine per potersi vendere meglio il prodotto elettorale per la prossima campagna elettorale. È una politica che fa solo propaganda e alimenta paura e insicurezza.

Rispetto a quanto ha appena asserito, la prima repubblica cosa faceva in più o in meno?
La prima repubblica era un altro mondo. I partiti, seppure mediando, avevano un rapporto con l'opinione pubblica. Ad esempio il partito comunista parlava al suo popolo. C'erano dei meccanismi attraverso i quali era possibile costruirsi un'opinione e partecipare al dibattito politico. Non voglio dire che la Rai a quel tempo fosse il posto in cui si rappresentavano tutti i punti di vista. Era un luogo terribile anche allora, ma c'erano altri posti dove si potevano costruire rapporti sociali importanti, ad esempio il sindacato, la politica di base, le sezioni dei partiti. Tutto questo è morto con la prima repubblica, la Rai ha accompagnato la morte di questo orribile modello di repubblica che ha dato vita a tangentopoli e che era compromesso con la grande criminalità organizzata. Però c'è stato un momento, alla fine della prima repubblica, in cui nel paese l'ossigeno ha girato. Invece di andare avanti, c'è stata una controriforma, una controrivoluzione per usare un termine banale. Oggi stiamo facendo dei passi indietro. Stanno costruendo una non democrazia, una democrazia minore, una democrazia semplice, usando un marketing moderno: modificano i partiti, occupano i posti dell'informazione, trasformano gli elettori in consumatori. Non voglio assolutamente dire che la prima repubblica fosse migliore di quello che sta accadendo oggi, ma l'esito di quel periodo non era scontato. Abbiamo perso un'occasione. La mia preoccupazione è che ci possa essere un esito peggiore di quello attuale. Infatti, nel libro parlo di 'svolta autoritaria'. Uso un termine così forte perché sento il pericolo, avverto l'allarme e cerco di dimostrarlo.

Il reintegro di Paolo Ruffini alla direzione di Rai Tre, le continue pressioni di Rai Due a Santoro con il suo 'Anno Zero'. In questo periodo, come si lavora in Rai e in particolare a Rai Tre?
Come si può lavorare in una rete dove il direttore fa il suo mestiere con l'elmetto in testa? Paolo Ruffini è stato reintegrato grazie a due sentenze della magistratura, quindi disconosciuto dalla direzione generale, dopo che era stato rimosso a seguito di numerosi, espliciti, attacchi di Berlusconi alla terza rete e dopo che il suo nome era anche uscito nelle intercettazioni nell'ambito dell'inchiesta di Trani. Un direttore deve avere l'indipendenza e l'autonomia necessarie per svolgere il suo lavoro al meglio. Stiamo assistendo ad un processo di centralizzazione burocratica, di stile un po' sovietico. Siamo addirittura arrivati al 'timbro' sulla scaletta, cosa dobbiamo aspettare di più? Non c'è molto altro da dire, questa è la condizione. Andiamo avanti per tigna, perché non vogliamo mollare il rapporto col pubblico, perché questo mestiere ci piace e in qualche modo facendolo alimentiamo ancora il servizio pubblico, perché sentiamo la responsabilità nei confronti del Paese, ma ci si sta avvicinando ad un punto di non ritorno. In questo senso spero in una liberazione, mi auguro che si liberi il mercato, che si liberi la governance della Rai, che vengano spezzati i meccanismi di dipendenza dai partiti, la vicinanza fra la Rai e i partiti. Non parlo della politica, ma dei partiti; è un'altra cosa.

In questi giorni il Financial Times ha definito “Berlusconi
moment” l'operazione con cui il magnate austrialiano Rupert Murdoch potrebbe mettere a segno la fusione fra NewsCorp e bSkyb. Si parla di pericolo per il pluralismo dell'informazione britannica. Che differenza c'è fra Murdoch e Berlusconi?

La differenza è che loro si allarmano. Se valuteranno che c'è un problema di 'monopolio', mi auguro che mettano in essere le leggi che servono a tenere il mercato pulito e ad evitare posizioni di privilegio e di rendita. Dopodiché li benedico e penso a noi. In Italia viviamo nel duopolio Mediaset-Rai da quando è nata Mediaset. Aggravato dal fatto che Berlusconi, a più riprese, è diventato Presidente del Consiglio e non è stata fatta nessuna legge contro il conflitto di interessi. Il tutto peggiorato dalla riforma della Rai che ha voluto Gasparri, cioè quella che decide come si fa la governance della Rai, è terribile e ci ha riportato indietro di trent'anni. Oggi il direttore della Rai non lo decide neanche il partito, ma l'uomo di un partito. Ecco, molti pensano che Berlusconi, il berlusconismo o quello che è diventata l'Italia politica, rappresenti un ritorno al passato. Io invece credo che sia una proiezione del futuro. Mi spiego. In un certo senso Berlusconi è moderno e può essere molto imitato in Europa, già si vede in tanti aspetti della politica di Sarkozy. Il fatto che lui ce l'abbia fatta fino ad ora, è una vittoria. L'idea di un paese in cui la democrazia non sia brillante, in cui esiste un governo del fare che non deve rendere conto del 'come', è una grossa tentazione per le classi politiche autoritarie dell'intera Europa.

L'opposizione in Italia in tutti questi anni cos'ha fatto?
Beh, aspettiamo. No?

Dall'inizio di quest'anno in Afghanistan il numero dei caduti occidentali è salito a 529. Non solo, l'autorevole economista e consulente di Ban Ki Moon Jeffrey Sachs ha dichiarato che l'amministrazione Obama dal gennaio del 2010 ha speso 100 miliardi per la guerra in Afghanistan e solo 10 miliardi per gli aiuti all'Africa. A due anni dal suo reportage “La Guerra Infinita”, in cui raccontava del Kosovo e dell'Afghanistan, cosa è cambiato?
Le cose che avevamo fatto vedere sono ancora così. Purtroppo, la situazione si è aggravata sia sul piano militare che su quello politico. Se almeno sul piano politico si fossero fatti dei passi avanti, cinicamente uno potrebbe misurare e dire 'quei morti sono serviti almeno a questo'. La verità è che la guerra è persa. Lo sa il Presidente Obama, lo sa la Nato, lo sanno tutti. Adesso devono trovare il modo di uscirne, così come è successo in Iraq. In verità, il problema grosso non è più l'Afghanistan, ma il Pakistan. La 'Talebanizzazione' è arrivata sino ad Islamabad, che è una potenza nucleare in conflitto con l'India e con l'Iran. Mi piacerebbe che Obama aprisse un negoziato politico internazionale con i paesi dell'area, perché siamo sull'orlo di un conflitto ancora più vasto. Se poi pensiamo che esistono anche le tensioni fra Iran e America, il quadro che ci hanno lasciato i due interventi militari in Iraq e Afghanistan è più pesante di quando entrarono con le armi. Spero che in Italia questo dibattito venga affrontato seriamente. Se non c'è una strategia politica, ogni fucile in più serve solo ad aggravare la situazione.

(25 settembre 2010)

La centrale Powerflor è in contrasto con l’adeguamento del PRGC al PUTT/P?

Corrado Ciccolella e Scajola Oggi si riunisce l’ultimo consiglio comunale di settembre, molto atteso da tutta la città perché il sindaco aveva promesso di discutere il Piano di commercio, invece l’ordine del giorno non prevede nulla del genere. C’è invece al quinto punto la discussione sulle osservazioni ed opposizioni sull’adeguamento del P.R.G.C. al P.U.T.T./P. art. 5.06 delle N.T.A.
Tra le varie osservazioni ci interessa in particolare quella presentata da Vitonofrio Mongelli riferita all’area in località “Sette Torri” che di seguito riportiamo integralmente.
 
“Sulla relazione illustrativa del progetto di adeguamento del P.R.G.C. al P.U.T.T./P. a pagina 19 è riportato:
 
…- L’area di località “Sette Torri”, verso il confine tra Bitonto e Terlizzi, viene restituita ad un interesse ampio di natura paesistica in quanto dotata di condizioni specifiche e peculiarità – il connubio tra la quota altimetrica e la particolarità ubicativa geografica – che la rendono di valore apprezzabile nell’ambito dell’idea diffusa di significatività panoramica; è l’unica area dalla quale è apprezzabile un certo scorcio costiero e, nel contempo, un’ampia “profondità di campo” (fatta di uliveti) del territorio interposto.-… 
 
L’area denominata “Sette Torri” con gli antichi casali insiste nel territorio comunale di Bitonto; a ridosso dell’area, interna al comune di Molfetta, denominata “Piscina Le Fontane – Scesa del Monte” con altezza s.l.m. di circa 128 m è situata a distanza di circa 1,7 km in linea d’aria dalla costruenda centrale a biomasse liquide Powerflor disposta sul territorio di Molfetta.
Non è stato considerato l’impatto ambientale della centrale a biomassa liquida Powerflor con due motogeneratori già installati e una potenza termica complessiva di 77 MW; potenza elettrica complessiva nominale che verrà immessa in rete di 38,08 MW ed una quantità di calore lordo prodotto attraverso un sistema di cogenerazione pari a 16,74 MW per un rendimento di calcolo del 49,9 % (considerando i benefici della cogenerazione).
Per un rapido confronto il carico elettrico massimo assorbito dalla città di Molfetta (punta invernale) è di 24 MW.
Lo scorcio costiero visibile dalla zona impatta attualmente con ben tre elettrodotti a 150 kW (Linea F.S. Bari Barletta; Linea da Cabina Primaria Giovinazzo a C.P. Molfetta; incrocio della linea a doppia terna da stallo Powerflor a linea Molfetta – Giovinazzo).
Ovviamente gran parte del calore prodotto dai motogeneratori verrà disperso nell’aria assieme alle polveri sottili; le serre adiacenti alla centrale non hanno bisogno di tanto calore per essere riscaldate e la Powerflor non ha richiesto al Gestore del Servizio Elettrico di produrre “energia bianca” giusto utilizzo dell’energia di cogenerazione per il riscaldamento delle serre.
Ritengo infine che l’ARPA Puglia dovrà monitorare costantemente l’area della centrale in considerazione del fatto che i motogeneratori di tipo navale possono anche essere alimentati con olio pesante; olii esausti delle autovetture; orimulsion.
L’olio di palma che alimenterà la centrale, proveniente dalla Malesia verrà rettificato presso un’altra centrale a biomassa di Monopoli per poi essere trasportato integro a Molfetta.
L’azienda Powerflor ha inoltrato istanza al comune di Molfetta per produrre energia elettrica da biomassa il 02/09/2005 ha ottenuto da Enel Distribuzione S.p.A. il 16/11/2006 preventivo per lavori di connessione alla linea a 150 kW e trasporto di una potenza di 120 MVA; il 29/06/2007 l’azienda Powerflor invia al comune di Molfetta progetto di variante per poter produrre circa 116 MW con 6 gruppi motogeneratori.
Il progetto iniziale è stato l’unico ad essere stato approvato e pertanto la Powerflor ha creato congestione in rete dal 2005 al prossimo novembre 2010 quando verrà sancito dal GSE che erogherà in rete solo 38,08 MW-.
 
Il Liberatorio Politico non solo condivide e fa propria l’osservazione del dott. Mongelli, ma chiede a tutti i consiglieri comunali di esprimersi finalmente, anche se molto in ritardi, sulla opportunità di costruire una centrale elettrica in un territorio agricolo che lo “rendono di valore apprezzabile nell’ambito dell’idea diffusa di significatività panoramica; è l’unica area dalla quale è apprezzabile un certo scorcio costiero e, nel contempo, un’ampia “profondità di campo” (fatta di uliveti) del territorio interposto”, così come gli uffici comunali hanno scritto.
Chiediamo inoltre al sindacosenatorepresidente Azzollini di confermare in consiglio comunale le dichiarazioni rilasciate  nell’ambito di un convegno su “Ambiente ed Energie” tenutosi a Bisceglie nel luglio 2008.Azzollini affermò in quella conferenza, non ironicamente, che la centrale Powerflor è nata in zona agricola, “tra le cicorie”, da un accordo tra “quattro o cinque funzionari e qualche imprenditore”, e “al comune arrivava la convocazione della conferenza di servizio il giorno dopo che si era fatta”.
Sono dichiarazioni molto gravi di cui un Senatore della Repubblica dovrebbe assumersi la responsabilità e come Sindaco avrebbe dovuto denunciare alle autorità competenti le “anomalie” autorizzative che hanno regalato ai molfettesi una centrale elettrica nel bel mezzo di terreni agricoli che producono ancora la cosiddetta “cicoria di Molfetta”.
Nascerebbero quindi dei seri dubbi sulla costruzione della centrale  elettrica Powerflor srl, la cui proprietà, inizialmente della famiglia Ciccolella ed oggi, a maggioranza, della Marseglia Group di Monopoli, anche alla luce degli aggiornamenti che ci giungono dalla Procura di Crotone sul filone d’indagine sulla costruzione della centrale di Scandale.
“… La società Alibio che fa capo all’imprenditore di Molfetta Corrado Ciccolella ha restituito allo Stato una somma di quasi nove milioni di euro. Mentre altri cinque milioni e mezzo di euro saranno restituiti dalla società ‘Eurosviluppo Industriale’, la spa di cui è amministratore l’imprenditore monegasco Aldo Bonaldi, che sta trattando con Equitalia per ottenere una rateizzazione del debito. Si tratta delle due società coinvolte nell’indagine dal procuratore della repubblica di Crotone Raffaele Mazzottae dal sostituto Pierpaolo Bruni sulla centrale per la produzione di energia elettrica a turbogas di Scandale e, appunto, sui milioni di euro destinati dallo Stato alla ricostruzione dell’apparato produttivo crotonese che invece avrebbero preso tutt’altra strada.
Con il finanziamento ottenuto negli anni passati attraverso un apposito contratto di programma, infatti, la Alibio, che faceva parte del Consorzio Eurosviluppo costituito per creare nuove iniziative industriali collegate alla centrale di Scandale, avrebbe dovuto realizzare un impianto di serre utilizzando il vapore prodotto dalla stessa centrale. Impianto che in realtà non ha mai visto la luce, ma anzi è stato prima delocalizzato a Simeri Crichi e successivamente in Puglia.Tanto è vero che lo stesso ministero dello Sviluppo economico ha revocato il finanziamento alla Alibio pretendendone la restituzione. Soldi che – secondo gli inquirenti – sarebbero invece finiti nei conti della ’G.C. Impianti’ dello stesso Ciccolellae della ‘Eurosviluppo Industriale’ di Bonaldi. Proprio per questo il 15 luglio scorso la Procura della Repubblica di Crotone ha chiesto il fallimento della società Alibio.
L’identico meccanismo – sostengono ancora gli inquirenti – sarebbe stato messo in atto da Aldo Bonaldi per ‘svuotare’ la società ‘Eurosviluppo Industriale’ che, al pari della Alibio, si è vista revocare il finanziamento ottenuto in precedenza dal ministero dello Sviluppo economico. Pertanto, nel maggio scorso, la Procura ha chiesto il fallimento anche per ‘Eurosviluppo Industriale’ a causa della grave situazione debitoria in cui la società si è venuta a trovare… “. (Il Crotonese)

Questo ci raccontano le cronache dei giornali calabresi e non quelli pugliesi.

Concerto della Mannoia tra le polemiche

Disguidi e disagi: scrive una lettrice

https://liberatoriopolitico.wordpress.com/wp-content/uploads/2010/09/fiorellamannoiaconcerto3.jpg

Scritto da Redazione (www.ilfatto.net/…)
22 Settembre 2010

Molfetta- Da una nostra lettrice riceviamo e pubblichiamo la seguente lettera aperta indirizzata al dottor Pietro Centrone, presidente della Fondazione Musicale "Valente" e del quale siamo pronti ad ospitare una eventuale replica.

"Sono una concittadina che ha regolarmente acquistato il biglietto per partecipare al concerto di Fiorella Mannoia. Ma si chiede il lettore: a noi cosa interessa? Fra un po’ lo capirà! Questi i fatti. Circa un mese fa, ci siamo recati, insieme ad altri tre amici,  nella Tabaccheria Paparella, sita in via C. Salvemini per acquistare 4 biglietti del concerto. Il proprietario ci fa vedere la piantina dell’anfiteatro e noi scegliamo gli ultimi quattro posti che di solito prendiamo quando partecipiamo ad iniziative a pagamento.

Quando ci consegnano i biglietti, vediamo la numerazione e scopriamo trattasi di fila V. Protestiamo affermando che la fila ultima non è la V bensì la T (visto che siamo degli abituè della rassegna “Ti Fiabo e ti racconto”e non solo)! Il tabaccaio risponde mostrandoci la pianta in computer che la numerazione del comune non è la stessa degli altri organizzatori. Andiamo via contenti di aver acquistato il biglietto a 46 euro (cifra non poca per chi deve continuamente farsi i conti in tasca) pregustando già la bellezza di un concerto di un’artista meravigliosa.

Arriva il tanto desiderato giorno 18 settembre. Parcheggiamo e ci avviamo verso l’anfiteatro. Arrivati. Sorpresa! I posti non erano dove avevamo prenotato bensì alla seconda fila di sedie aggiunte alla faccia della sicurezza. Protestiamo con una signorina che rispondeva: "io non so niente, dovete parlare con gli organizzatori" che, a rumorosa richiesta, non si sono né presentati né visti.

Siamo molto rammaricati e disgustati per ciò che è accaduto. Non si gioca così con le persone e con i soldi, frutto di quel poco lavoro onesto presente. Ci chiediamo e chiediamo ai cittadini (anche quelli che sorridevano nel sentirci urlare perché avevano ricevuto il biglietto gratuito ed erano seduti a posti in prima fila) perché gli organizzatori debbano decidere il posto dove sedersi? Chi toglie il diritto di scegliere su manifestazioni che paghiamo con i nostri soldi? Dove era il signor Centrone mentre la gente comune, non quelli che contano, voleva che si esercitasse la legalità?

Eppure c’erano, Vigili, Carabinieri, Finanza e chi più ne ha più ne metta. Ma nessuno parlava! Abbiamo seguito il concerto (in piedi o seduti senza vedere) e siamo ritornati a casa amareggiati. A proposito i biglietti acquistati (4 sulla stessa fila) sono diventati 3 da una parte e 1 dall’altra. Grazie organizzazione. Alla prossima! Ma non per noi!
 
P.S. Siamo andati dal tabaccaio e ci ha detto non solo che, dopo alcuni giorni, si erano recati da lui alcune persone ad acquistare il biglietto a 23 euro. Non essendo a conoscenza di questa cifra, guarda sul sito dell’associazione e ha visto tutta la piantina stravolta con la fila Z (subito dopo la nostra) a soli 23 euro. Ulteriore beffa! Il giorno del concerto scopriamo che si poteva entrare stando in piedi a soli 20 euro. Ai lettori il commento!".

Problemi al concerto: risponde Centrone

https://i0.wp.com/www.molfetta.ilfatto.net/images/stories/460/pietrocentrone.jpg

Scritto da Redazione (www.ilfatto.net/…)
24 Settembre 2010

Molfetta- In merito alla lettera inviataci alcuni giorni fa dalla signora Tonia Angione e riguardante alcuni disguidi legati alla vendita dei biglietti del concerto di Fiorella Mannoia, ci è pervenuta la risposta del dottor Pietro Centrone, Presidente della Fondazione Valente.

"Alla signora Tonia Angione, tengo a precisare quanto segue:

In ogni concerto o altro evento l’acquirente ha sempre titolo a contestare l’inconveniente sul posto e a richiedere, in via subordinata alla risistemazione, il rimborso del biglietto. La signora doveva quella sera al botteghino richiedere tanto, secondo prassi. Il rappresentante della Delta Concerti era accanto all’agente SIAE all’ingresso. Perché vedersi il concerto comunque e protestare poi da luogo a disquisizioni che non portano a nessun risultato, atteso che inconvenienti tecnici o logistici possono accadere, al di là di ogni previsione (vedi per esempio il posizionamento realizzato, al di là della scheda tecnica inviata, del gruppo fari, luci e parte dell’impianto sull’ultimo gradone), con la conseguenza che è stato ridotto lo spazio sopra a disposizione.

Una precisazione è, tuttavia, fondamentale: la Fondazione Valente come il Comune di Molfetta non sono gli organizzatori dei concerti. Ambedue supportano finanziariamente, con un proprio contributo, ogni iniziativa del cartellone e promuovono l’evento. La signora si rivolge a me, ma io devo per cortesia e chiarezza sottolineare che non sono io che vendo i biglietti né rivesto il ruolo di organizzatore del concerto. Ogni manifestazione, proposta a noi, ha un suo organismo responsabile di tutto quanto gira intorno all’evento: vendita biglietti, assicurazione civile, pulizia, SIAE, servizi d’ordine, e così via.

Tale agenzia, poi, invita al concerto, con biglietto omaggio (come fanno tutti i Teatri o le Compagnie Teatrali) chi e quanti vuole, senza dare soddisfazione a lei o a me ed è giusto che sia così perché essa rischia propri quattrini. Noi diamo, ripeto, solo un contributo finanziario a parziale copertura delle spese di allestimento e ingaggio artisti.
 
Prima dell’inizio del concerto, e la signora Angione forse saprà, sono stati sistemati sei spettatori della fila V in terza fila. Ho girato immediatamente il contenuto della lettera alla Delta Concerti di Bari che saprà dare contezza in ordine a quanto rappresentato. La stessa Delta resta comunque unica sua interlocutrice nella vicenda.
 
Distinti saluti
Pietro Centrone

P.S. La pianta su BooKingshow non è mai stata stravolta. Su richiesta del Comune sono stati aggiunti, una settimana prima, 50 posti a € 23,00, per i giovani. Esaurita la pianta sono stati nella serata del concerto, come avviene sempre in caso di sold-out, consentiti in sbigliettamento diretto al botteghino posti in piedi a 20 euro senza costo di prevendita (cosa che non sarebbe avvenuta se ci fossero stati posti disponibili). Nessuna beffa, dunque".

Il «reuccio» dei rifiuti sbarca a Molfetta con una maxi fonderia

https://liberatoriopolitico.wordpress.com/wp-content/uploads/2010/09/31674_2.jpg

di Nicola Pepe (www.lagazzettadelmezzogiorno.it/…)

Molfetta candidata a nuova sede del distretto siderurgico. L'ambizioso progetto, che prevede investimenti per oltre 100 milioni di euro e circa 400 posti di lavoro, è contenuto in un business plan targato gruppo Maio, la holding abruzzese operante nel settore dello smaltimento dei rifiuti e recentemente al centro di qualche «imprevisto» giudiziario. La scoperta del piano di investimenti è avvenuta all'indomani della richiesta, firmata dal patron del gruppo, il 58enne Francesco Maio, e depositata qualche settimana fa al Consorzio Asi di Bari per l'assegnazione di un suolo da 25 ettari. L’istanza potrebbe essere esaminata già nella prossima riunione del consiglio di amministrazione dell’Asi fissata per lunedì.

Richiedente è la «Bleu srl», società che fa parte di una galassia di aziende controllate e controllanti, riconducibili anche ad imprenditori pugliesi con i quali esiste un rapporto d’affari, per lo meno come partecipazioni societarie. Tra questi, c'è l'altamurano Carlo Columella, patron della Tradeco. Columella, precisiamo, allo stato non figura direttamente nella compagine societaria della Bleu srl, ma lo era indirettamente fino a due anni fa prima che il pacchetto di quote passasse dalla «Bleu spa» (di cui fa parte la Tradeco) alla «S. Croce spa». Attualmente, quindi, la sua è una posizione di «amicizia» societaria.

Veniamo al progetto. L'idea di Maio è quella di realizzare una delle più grandi fonderie, ma al tempo stesso un impianto di raccolta e trattamento di rifiuto ferroso. Ufficialmente, la richiesta parla di insediamento industriale per la realizzazione di acciai speciali in lingotti e tondini: il vero business verrebbe rappresentato dalla materia prima utilizzato per tale processo industriale, ovvero i «rottami» ferrosi che costituiscono un enorme bacino di raccolta. A «servizio» di tale insediamento industriale vi sarebbe una cava – tra Bitonto e Terlizzi – dove raccogliere la materia prima, derivante da vecchi vagoni ferroviari, parti di nave, scocche di autovetture e tutto quello che è ferroso. Il ciclo produttivo previsto, ispirato alla formula del distretto, prevederebbe il trasferimento del materiale alla fonderia di Molfetta, e la conseguente «restituzione» degli scarti di produzione alla cava di Bitonto.

Perché un'area così grande? Innanzitutto il progetto – assicurano i bene informati – verrebbe assoggettato non solo alle diverse autorizzazioni ambientali (peraltro obbligatorie) ma vedrebbe come tipologia di attività quella di «induzione elettrica»: nulla a che vedere con gli inquinanti sistemi modello Ilva & affini. In più, la necessità di spazi così estesi sarebbe determinata non solo dal fabbisogno dei «forni», ma soprattutto dall’esigenza di sistemare il centro di trattamento che potrebbe (o dovrebbe) diventare il core business. Provate a immaginare il transito di vagoni ferroviari e parti di navi e tutto l'indotto che ha per oggetto il «ferro». Oppure ciò che potrebbe «offrire» l’altra sponda dell’Adriatico.

La sfida, insomma, è ambiziosa anche se il percorso è alle prime battute e dovrà prevedere non pochi approfondimenti. L'imprenditore che ha fatto richiesta, come detto, è Franco Maio, presidente del Lanciano calcio, ma anche gestore – attraverso la Bleu srl – della discarica di Canosa in contrada Tufarelle e di una serie di attività che spaziano dal riciclaggio di rifiuti speciali alle discariche. Maio, nel luglio scorso, è stato coinvolto nell’inchiesta «Ragnatela» della Dda di Napoli sul traffico di rifiuti dalla Campania. Una posizione marginale, quella dell’imprenditore di Lanciano (raggiunto da un provvedimento di obbligo di dimora revocato pochi giorni dopo) visto che si parla di un quantitativo di rifiuti speciali ritenuti irregolari pari a più dello 0,2% del totale dei rifiuti ricevuti dalla discarica di Canosa. Allo stato, comunque, Maio è ancora indagato nell’ambito di quell’inchiesta.

Maio è stato altresì condannato ad aprile a un anno e quattro mesi di reclusione (pena sospesa) per evasione fiscale della «Virtus Lanciano», relativamente a fatture e operazioni indicanti dichiarazioni fiscali come passivi fittizi negli anni 2002, 2004 e 2005. Secondo l’accusa nel 2002 sarebbero state evase l’Iva per oltre un milione e 600mila euro, l’Irpeg per quasi un milione e 400mila euro, e l’Irap per circa 170mila euro. A fine giugno, la Finanza ha scoperto un presunto giro di fatture false, per 1,6 milioni di euro, della «Maio Guglielmo srl», di Guglielmo Maio, figlio di Francesco. Gli addebiti si riferiscono a un periodo in cui la gestione era affidata al fratello dell’imprenditore.

PER 365 NOTTI SENZA INCENDI – ASSEMBLEA CITTADINA

P1100006

Assemblea pubblica presso il Liberatorio Politico in via Federico Campanella oggi alle ore 18.00.

Crediamo sia giunto il momento della mobilitazione. Dopo gli ultimi roghi notturni non possiamo più tollerare il silenzio di chi ci amministra e soprattutto delle Forze dell’Ordine. Non si può più assistere inermi alla distruzione quasi quotidiana di beni privati senza conoscere i colpevoli; non possiamo più continuare ad essere svegliati di notte, avvolti nelle fiamme e guardare impotenti la distruzione della propria auto forse acquistata con molti sacrifici; non è più accettabile l’atteggiamento di chi, minimizzando i gravi episodi, solo per ottenere i risarcimenti dalle assicurazioni, sostiene le tesi dei corti circuiti o del mal funzionamento degli impianti elettrici delle auto. Ormai sono  parecchi anni che a Molfetta di notte bruciano auto, oltre quelle saltate in aria con bombe carta, e non abbiamo mai saputo se esiste un filone d’indagine particolare.

Crediamo che il silenzio o il nascondere la verità non giovi a nessuno, anzi, si fa un piacere alla criminalità che continua sicuramente a trarre vantaggi dall’omertà.
Fino a qualche anno fa le forze dell’Ordine chiedevano collaborazione ai cittadini e alle associazioni presenti sul territorio perché sono le vere antenne in grado di fornire utili elementi alle indagini; fare i nomi dei cittadini a cui è stata distrutta l’auto non deve passare come violazione della privacy, ma il punto di partenza per trovare insieme la soluzione dei casi.

Ci piacerebbe sapere e riflettere insieme, per esempio, se è una coincidenza che negli ultimi mesi siano andate in fiamme le auto di due gestori di ristoranti (Adriatico e Palazzo de Luca); se sono clienti dello stesso elettrauto o hanno avuto problemi nella gestione del loro ristorante; l’auto del Dirigente al Commercio dott. Tangari, coinvolta qualche giorno fa nel penultimo rogo, in ordine di tempo, era l’obiettivo del “corto circuito” o le fiamme sono state provocate dal “corto circuito” di fianco?
Oppure qualcuno ha voluto lanciare un messaggio abbastanza chiaro a chi deve preparare la bozza del piano del commercio facendo attenzione alle “richieste” di qualche ambulante?

Insomma le ipotesi potrebbero essere tante e facilmente confezionabili e verificabili se fossero forniti più elementi. Naturalmente questi casi si conoscono perché la società civile li ha messi in rete e alcuni non si potevano proprio nascondere, per esempio le quattro auto e le luminarie bruciate durante la fiera paesana; ma quante auto sono state bruciate in questi nove mesi del 2010? Qualcuno lo sa? Lo dobbiamo chiedere ai periti delle assicurazioni che hanno verificato che si trattava di un semplice “corto circuito”?

Molfetta offre da sempre questi scenari e chi ha memoria lunga ricorderà bene cosa accadeva negli anni ’90; ogni qualvolta si colpiva un gruppo di “signorotti” locali, quasi automaticamente partivano le rappresaglie notturne contro il patrimonio pubblico e privato. Si distruggevano auto, panchine, cassonetti dei rifiuti, si sradicavano pezzi di pietra dei muretti del lungomare, si rompevano fioriere fino a quando non si otteneva qualcosa o si orientavano le scelte amministrative.
Non crediamo che questo ricorso storico sia diverso dai precedenti, ma oggi la città è scivolata verso livelli mai toccati prima di degrado sociale, di dissesto territoriale, disprezzo per il bene comune e di illegalità diffusa sino ai limiti di pericolose contiguità tra la politica e criminalità; la città è allo sbando e la classe politica che la governa è incapace di dare risposte.
 
“È il discorso sul malessere della città. Un malessere che, in modo spesso maldestro, vogliamo rimuovere dalla nostra coscienza e del quale facciamo fatica a prendere atto, forse perché troppo fieri del prestigio del nostro passato. Un malessere che si costruisce su impercettibili detriti di illegalità diffusa, sugli scarti umani relegati nelle periferie, sui frammenti di una sottocultura della prepotenza non sempre disorganica all’apparato ufficiale.
È il discorso sulla rete sommersa della piccola criminalità che germina all’ombra di un perbenismo di facciata. Sulle connivenze col mondo della droga che ormai non risparmia nessun gonfalone”.

 
E’ inutile negarlo le parole profetiche del luglio 1992 di don Tonino sono tremendamente attuali.
 
Per riflettere insieme e per promuovere iniziative concrete di mobilitazioni cittadina tendenti a riappropriarsi in primo luogo del proprio territorio in difesa del bene comune e privato si invitano i cittadini ad una assemblea pubblica presso il Liberatorio Politico in via Federico Campanella oggi alle ore 18.00.